L’eterna sfida fra le balotte diventa un gioco, guarda il video

Ecco ‘City Rulez-Streets of Bolo’: l’obiettivo è conquistare i quartieri della città

Alcuni momenti della serata inaugurale con i ragazzi delle opposte fazioni che si sono sfidati a colpi di dadi e sfottò

Alcuni momenti della serata inaugurale con i ragazzi delle opposte fazioni che si sono sfidati a colpi di dadi e sfottò

Bologna, 10 febbraio 2016 - E’ più forte il Barone Gary Schull o lo Zar Sasha Danilovic? Chi avrà la meglio tra i regaz della Curva Bulgarelli e i fuorisede che stazionano in Belmeloro? E nell’eterna diatriba tra maragli sempre in tuta d’ordinanza e fighetti tutti Capanna e baracchina di mezzo, avremo finalmente un vincitore? Domande aperte, che trovano finalmente risposta nell’agone di «City Rulez-Streets of Bolo», il primo gioco da tavolo di conquista in cui le storiche balotte bolognesi si sfidano a colpi di dadi per ottenere la supremazia all’ombra del Nettuno. GUARDA IL VIDEO

Un’invenzione che ha il copyright dell’associazione culturale Ragoo e che, qualche sera fa, si è fatta conoscere, dopo oltre due mesi di crowdfunding sulla piattaforma, con una partita dimostrativa all’ostello ‘We_Bologna’ in via de’ Carracci. Così la sfida tra virtussini e fortitudini, ultras e fuorisede, maragli e fighetti, che si gioca in modalità rigorosamente open game (chiunque può dare il proprio contributo allo sviluppo del gioco, mettendo sul tavolo correttivi e novità), è un concentrato di cultura pop cittadina, tic dell’immaginario collettivo, luoghi comuni, archetipi in salsa bolognese. L’obiettivo, manco a dirlo, è sbaragliare – metaforicamente, s’intende – i rivali storici, issando la propria bandiera nei sei quartieri in cui è divisa la città (Savena, Reno, Centro, Colli, Bassa e Porrettana, articolati in 39 zone).

Supremazia tra le contrade cittadine a parte, «il gioco punta a promuovere la cultura locale attraverso l’interazione – spiega Lorenzo Castagnetti, deus ex machina del progetto in coabitazione col sodale Enzo –. Abbiamo cominciato a lavorarci un anno fa, chiedendo a una cinquantina di amici quali erano, secondo loro, le zone più riconoscibili di Bologna».

Mappato il campo di battaglia, scelti i dadi come armi, messe nere su bianco le regole di ingaggio e disegnate le carte obiettivo (matita di Ivano Gasparini, menzione d’onore per quella di Porta San Felice con la sagoma di ‘Pendolo’ che s’appoggia al muro) non resta che individuare una manciata di missioni speciali: «Per diventare Console dell’Emilia si devono conquistare tutte le zone attraversate dalla via – prosegue Castagnetti –. Lo stesso se si vuole essere incoronati Re della Tangenziale». A dimostrazione che «City Rulez» è davvero open, e quindi personalizzabile, c’è la mission «Sfoglina»: i giocatori, prima di dare il via alla tenzone, scelgono una lista delle migliori trattorie felsinee. Vince, manco a dirlo, chi conquista le rispettive zone. Qualcuno ha proposto l’inserimento della missione Atc – individuare un autobus e prendersi tutte le fermate – o di quella Umarell, con cui si va a caccia di cantieri. Sul tavolo degli ideatori cominciano ad arrivare richieste per replicare l’idea in altre città, regioni, stati: «Presto ci sarà una versione newyorchese», sorride Castagnetti. Per acquistare il gioco scrivere a info@cityrulez.it.

Finito il tempo del marketing, all’ostello è l’ora degli sfottò: «Lo scettro? Lo vinciamo noi», assicura Giuseppe Saraceno, fuorisede iscritto a Statistica. Ribatte Elisa Paluan, fighetta doc e bolognese acquisita: «Siamo di un altro livello, non c’è partita».

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