Città violente, Rimini e Bologna tra le prime in Italia per denunce per abitante

La città romagnola è addirittura al secondo posto dopo Milano, il capoluogo di Regione è terzo

Aggressione con coltello, bullismo, violenza: foto generica

Aggressione con coltello, bullismo, violenza: foto generica

Bologna, 17 novembre 2014 - Emilia-Romagna violenta. La classifica pubblicata oggi dal "Sole 24 Ore" sui reati denunciati nelle province italiane vede la regione piazzare due citta' sul podio e tutte le altre dentro le prime 32 piazze. Dopo Milano e' Rimini la provincia con piu' denunce per abitante, 8.000 su 100 mila, per un totale di 26.471 reati e un trend in crescita dal 2012 al 2013 dell'8,3%.

E il sindaco Andrea Gnassi lancia un appello al ministro dell'Interno, Angelino Alfano, per un potenziamento delle forze dell'ordine che si attende da anni. Bologna e' al terzo posto, 7.655 denunce ogni 100mila abitanti per un totale di 76.642 reati, in crescita dell'8,2%. A scendere Ravenna occupa la sesta piazza, con 6.210 reati su 100mila abitanti e 24.365 denunce totali, in crescita del 4,6%. Piu' staccata Parma, 17esima, 5.347 denunce su 100mila abitanti, per un totale di quasi 24mila reati, in calo dell'1%.

Modena e' 20esima, rispettivamente 5.287 e 37.059, e denunce in crescita del 5,3%; Ferrara, 28esima, 4.776 e 16.961, +2,2%; Reggio Emilia 29esima (4.730 e 25.272) con denunce in crescita del 2,5%. Vero boom di reati a Piacenza, con le denunce in crescita del 16,3% (4.724 e 13.629). Infine Forli' e' 32esima con 4.675 denunce su 100mila abitanti e un totale di 18.541 reati, in aumento del 2,1%.

«Ci sono dei dati in aumento e alcuni in diminuzione. Il dato positivo, a livello nazionale ma anche per la città di Bologna, è che i crimini estremamente violenti anche per il 2013 vengono dati in diminuzione». Lo ha detto il sindaco di Bologna, Virginio Merola, a margine di un incontro a Palazzo d'Accursio. A Bologna, che risulta al terzo posto in Italia, secondo Merola «assistiamo ad una fenomenologia criminale di sbandati». Per il sindaco «non ci vuole solo più gente in strada, ce n'è tanta, bisogna invece definire delle priorità: i dati servono per essere usati. Occorre ripensare alle modalità di intervento»

Il piazzamento di Rimini, commenta in una nota il sindaco e presidente della provincia, Andrea Gnassi, "e', purtroppo, una consuetudine", frutto del "mancato calcolo della 'correzione turistica'" e di "un territorio che e' 'fonte di reddito'". Senza dimenticare che "la propensione alla denuncia esprima comunque un segnale di fiducia nel lavoro di contrasto da parte delle forze dell'ordine e dell'istituzione" e "la singolare e unica vicinanza a uno Stato straniero", la Repubblica di San Marino. Certo preoccupano i furti nelle abitazioni, prosegue Gnassi, stigmatizzando come "da 30 anni la provincia di Rimini sta chiedendo il potenziamento permanente degli organici di polizia e la 'promozione' della sua Questura, ora formalmente relegata a una fascia inadeguata".

Serve dunque "una decisa sterzata delle politiche della sicurezza, investendo e non tagliando. Per "poi, anche discutere di politiche urbane". Da qui l'appello al ministro Alfano "a non attendere un secondo in piu' a dare risposta a tutte le richieste inevase del nostro territorio, in termini di irrobustimento delle forze dell'ordine", in modo che "in un eventuale accorpamento di area vasta delle funzioni in materia di pubblica sicurezza, sia Rimini l'indiscutibile 'hub'".

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