Mercoledì 24 Aprile 2024

Colata di Idice, l'imprenditore: "Il sindaco Conti non ci ha mai dato una spiegazione"

Massimo Venturoli vuole chiarezza: "Piano stoppato per motivi irrilevanti"

Il sindaco Isabella Conti (foto Schicchi)

Il sindaco Isabella Conti (foto Schicchi)

San Lazzaro (Bologna), 25 gennaio 2015 - Massimo Venturoli è l’amministratore della società Palazzi che, insieme a Coop Costruzioni e Astrale, avrebbe dovuto realizzare il progetto edilizio tra via Palazzetti e via Fondè: 580 alloggi, una scuola e impianti sportivi ora bloccati dal sindaco Isabella Conti con un atto di giunta che ha avviato la decadenza del Piano operativo comunale. Decisione già contestata da Venturoli attraverso il Carlino a cui annunciò «l’enorme preoccupazione per l’incredibile e gravissima iniziativa della giunta». L’imprenditore, infatti, aveva spiegato che la «delibera era stata adottata unicamente sulla base di motivazioni irrilevanti, assurde e prive del benché minimo fondamento sia dal punto giuridico che di fatto». Venturoli, così come anche altri attuatori, avevano paventato l’idea di una possibile causa contro il Comune.

Cosa pensa di tutto quello che sta accadendo intorno al Poc di Idice?

«Io nell’intervento complessivo ho solo una quota del 10%. Sono un moscerino rispetto all’intero progetto».

Da quando il sindaco Isabella Conti ha fermato il Poc, vi siete più visti o sentiti?

«Con il sindaco mi sono incontrato assieme ad altri attuatori. Abbiamo fatto un ultimo incontro il 28 ottobre e poi a novembre ho appreso dalla stampa che il Poc era stato fermato».

Ma di queste ‘pressioni’ che il sindaco avrebbe ricevuto, lei cosa pensa?

«Non so se le ha ricevute e ne la loro eventuale entità. Io so solo che di pressioni non ne ho mai fatta alcuna, né diretta né indiretta. Personalmente sono in grado di parlare solo della vicenda tecnica del Poc, tutto quello che ha fatto o fa da corollario no, e non è di certo mia competenza. Se la Conti ha ricevuto pressioni lo verificherà la magistratura».

Il sindaco ha dichiarato che i rapporti tra Comune e costruttori si erano esacerbati…

«I rapporti non si sono incrinati, sono cessati. Non abbiamo litigato, ci sono solo pareri contrapposti. Il 28 ottobre abbiamo presentato delle proposte ed eravamo in attesa di risposte fin quando abbiamo saputo che era stato tutto fermato. Il sindaco non ci ha mai dato una spiegazione. Ci aveva detto che avrebbe preso dei giorni per capire come affrontare la situazione e poi abbiamo letto sulla stampa la decisione della giunta di far decadere il Poc».

Che clima si respira ora?

«E’ un clima da caccia alla streghe e non sono in grado di caprie come andrà a finire. Per il progetto e per come stanno andando le cose la ritengo una vicenda assurda. Come impresa siamo fermi, inchiodati, preoccupati per le conseguenze economiche che questa decisone ci comporterà».

Ma le fidejussioni? Non sono state presentate nei termini stabiliti.

«Ad aprile avevamo trenta giorni di tempo per presentare le fideiussioni assicurative. Era un tempo troppo stretto per le banche e la giunta all’unanimità, compreso il sindaco, e riconfermando l’interesse pubblico, ci ha concesso quattro mesi di proroga per presentare le fidejussioni. Prima della scadenza la Cesi è fallita e Granulati non ha avuto dal Comune le assicurazioni sull’utilizzo della propria capacità edificatoria e non era quindi in grado di presentarle. Noi alla fine avevamo a disposizione ben11 milioni su 13. Abbiamo anche chiesto di rimodulare il programma delle opere pubbliche e su questo il Comune non ci ha mai risposto».

Se il consiglio comunale voterà la decadenza del Poc?

«Valuterò con i miei legali come e cosa fare, ma sicuramente chiederò al Comune e a chiunque ne sarà responsabile dei danni».