Colata di Idice, indagini anche su La Mura San Carlo

Al vaglio due relazioni (opposte) sull’espansione edilizia della frazione

Il sindaco Isabella Conti

Il sindaco Isabella Conti

San Lazzaro di Savena (Bologna, 9 ottobre 2015 - L’inchiesta della Procura che scuote San Lazzaro si allarga da Idice a La Mura San Carlo. Quest’area, che si trova tra la via Emilia e la Pulce, è finita sotto la lente d’ingrandimento dei pm perché non è chiaro se lì si possa costruire o meno. I magistrati indagano da tempo sulla Colata di Idice, il maxi insediamento mai nato tra via Palazzetti e via Fondè, dopo la denuncia presentata dal sindaco Isabella Conti per minacce.

Per quanto riguarda La Mura San Carlo, gli inquirenti vagliano i documenti che si riferiscono all’espansione edilizia prevista nel Piano operativo comunale (Poc) del 2011. In particolare, l’attenzione è tutta sulla relazione tecnica istruttoria redatta dalla Provincia nel giugno del 2007, la stessa che liquidava la Colata di Idice. Escludendo l’area dove sono state ricostruite le Case Andreatta, i tecnici parlano di una zona a La Mura San Carlo identificata come ‘Areale H’, spiegando che quello era «un ambito rurale periurbano, con presenza di alcuni edifici di interesse storico – si legge – interamente ricadente nell’ambito di tutela di ricarica della falda acquifera sotterranea».

Come per Idice, l’eventuale costruzione di alloggi con cemento potrebbe quindi essere pericolosa per il territorio. Palazzo Malvezzo continuava così: «Vista la collocazione dell’area in zona pedecollinare in adiacenza al Parco dei Gessi e al Parco delle Ville, la sua marginalità rispetto ai tessuti urbani consolidati, la vulnerabilità dell’acquifero e la presenza di una direzione di collegamento ecologico, non si condivide l’ipotesi di sviluppo insediativo prevista». Bocciatura a nuove costruzioni messa nero su bianco nel giugno del 2007. Peccato però che la Provincia produca una nuova relazione nel novembre dello stesso anno proprio per l’Areale H.

A distanza di pochi mesi, improvvisamente, cambia tutto lo scenario: «Pur trattandosi di un’area collocata in un contesto ambientale pregiato – scrivono i tecnici della Provincia – si prende atto dell’opportunità rappresentata dalla proprietà pubblica dell’Acer per la realizzazione di politiche insediative destinate all’edilizia residenziale sociale. A fronte della necessità di potenziare l’offerta di alloggi popolari, si ritiene pertanto condivisibile la proposta relativa al riconoscimento di un ambito complessivo di riqualificazione, anche attraverso l’inserimento delle citate aree di sviluppo a nord, nell’obiettivo di un ridisegno complessivo, rivolto all’acquisizione di aree al patrimonio pubblico per la realizzazione del corridoio ecologico».

NON VIENE quindi più menzionata la presenza, e la conseguente tutela, di zone di ricarica della falda acquifera sotterranea, dove i torrenti sfogano la loro portata in caso di piena. Perché? La prima relazione tecnica provinciale, che prendeva in analisi eventuali espansioni edilizie sanlazzaresi, fu protocollata solo nel Comune di Castenaso, probabilmente nell’ufficio di Piano dell’ex Valle dell’Idice, ma mai pervenuta al Comune di San Lazzaro. Non solo, sembra che né i vari amministratori, né il consiglio comunale che approvò il Piano operativo comunale del 2011, fossero mai stati al corrente dell’esistenza di due pareri tecnici diversi.

Come emerso dalle cronache ieri, la prima relazione esprime forti dubbi soprattutto sul maxi insediamento edilizio previsto tra via Palazzetti e via Fondè, lì dove doveva essere realizzata la cittadella di Idice, poi bloccata dal sindaco Isabella Conti. Decisione che ha portato le coop che avevano appaltato il progetto a presentare un ricorso al Tar per 47 milioni di euro, mentre la Procura aveva già avviato un’inchiesta che al momento vede iscritti nel registro degli indagati l’ex sindaco di San Lazzaro Aldo Bacchiocchi, il presidente di Legacoop Simone Gamberini, il sindaco di Castenaso Stefano Sermenghi, il costruttore Massimo Venturoli e l’ex revisore dei conti sanlazzarese Germano Camellini.

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