Sindrome astensione

Bologna, 20 novembre 2014 - A prima vista sembrano le elezioni regionali più semplici della storia dell'Emilia Romagna, dove la vittoria del renziano della seconda ora, Stefano Bonaccini, è scontata. E invece sono complicate per un Pd che perde consensi. Fra gli scricchiolii più rumorosi ci sono la Cgil che furbescamente si astiene da indicazioni di voto e testimonial come Francesco Guccini che dichiara di virare verso Sel. Anche in Calabria il dopo Scopelliti, travolto da una condanna, è una vittoria annunciata con targa Pd, ma là le urne non rappresentano un test. L'appuntamento emiliano è qualcosa in più: è un banco di prova per Matteo Renzi stesso (i sondaggi lo danno in calo) oggi in arrivo a Bologna, e per il suo delfino Stefano Bonaccini che rischia di vincere al di sotto delle aspettative. E politicamente sarebbe una sconfitta. Nelle consultazioni per l'ex Regione governata da Vasco Errani pesano fattori che non fanno dormire il fronte democratico. Lo scenario è unico per la oggettiva debolezza dell'ex partitone.

Il premier oggi pomeriggio a Bologna non cercherà di catturare voti ma tenterà con la sua presenza di portare gente alle urne. Partita giocata in un momento di chiaroscuro per una regione che è azionista di maggioranza del Pd nazionale. Dunque l'astensione record a sinistra è un fantasma che fa paura, anche per la mancanza di avversari forti. Nel 2010 l'affluenza fu del 68%, alle ultime europee il 69%. Domenica sarà dura. Le primarie hanno già fornito uno scenario incerto. Matteo Richetti, ex delfino renziano, si candidò e poi, indagato per le spese pazze, fece retromarcia. L'ex sindaco di Forlì Roberto Balzani resistette e prese il 40%. Ma votarono solo 58mila su 70mila iscritti Pd. Poi è arrivata la grandinata dell'indagine sui rimborsi: 41 indagati, 18 Pd, col capogruppo Marco Monari che in una riunione (registrata in segreto) ammetteva che i «rendiconti sono le nostre mutande». Il centrodestra, pur coinvolto nell'inchiesta, cerca un guizzo di vitalità. Presenta il leghista Alan Fabbri, codino e orecchino, sindaco di Bondeno paesino terremotato di Ferrara, maratoneta dei contatti con la gente. Non piace a FI, ma pazienza. L'obiettivo non è conquistare la presidenza, ma battere i grillini. Sono le urne degli obiettivi trasversali e dell'indifferenza.

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