La stella che non c’è

Il commento

Bologna, 2 gennaio 2016 - Una comunità ha bisogno di stelle polari e a Bologna, ancora una volta, la stella non c’è. L’entusiasmo per don Matteo Zuppi si gonfia in un’iperbole d’affetto anche perché da anni ormai la città aspettava qualcosa di nuovo.

Stritolata nell’immobilismo di una classe dirigente che da trent’anni e rotti non cambia; annoiata da una giunta partita benino e alla fine incartata sulle basi del governare (cubi compresi); delusa da un sindaco che non ha saputo incidere e, sul tema della legalità, ha cambiato così tante posizioni da risultare impalpabile; insomma, addormentata come una bella ragazza che non trova mai il fidanzato giusto, Bologna non ha potuto che trovare nel vescovo il trascinatore atteso da anni.

Tragicamente, però, Zuppi non fa politica e dunque non può (come sottolineato durante il Te Deum) essere lui a sostituirsi a chi dovrebbe comandare la barca.

Al sindaco, ormai certo della ricandidatura e strafavorito tra la penuria di avversari e la frammentazione all’opposizione, si chiede almeno qualche segno di risveglio.

Sulla legalità e sulle occupazioni, con una linea finalmente chiara e non ondivaga; sulla sicurezza, tema che dimostra l’incapacità delle istituzioni tutte di rispondere prontamente alle richieste della popolazione; sulle infrastrutture, dove il delirante salto nel vuoto sul Passante Nord ha aperto scenari ancora poco chiari.

Il rischio è quello di una frattura con i cittadini già stanchi e fiaccati dagli scandali della politica, o l’allontanamento di una parte di impresa che non si sente mai pienamente rappresentata; o, ancora, la scelta del ‘male minore’, il ‘piccolo cabotaggio’ che non possono che far male a una comunità. Da oggi, con otto quesiti/sfide sulla città, inizieremo un dibattito con realtà cittadine che, lentamente, ci porterà verso la campagna elettorale.

Il tema della visione di città che manca e dell’assenza di un leader è al primo posto: il partito ha indebolito Merola, poi ha cercato di rafforzarlo col risultato di averlo reso sempre meno determinante; il centrodestra si sbriciola per una poltrona e i grillini hanno grane che tanto sanno di vecchi partiti. Proviamo almeno a ragionare sui temi, per rendere più bella e più moderna una città che tanti già ci invidiano.

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