L’Anpi fa politica e sbiadisce i valori della Resistenza

La lettera. Risponde il vicedirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 28 aprile 2017 - Con che coraggio l’Anpi invita militanti della resistenza palestinese al corteo che il 25 Aprile celebra la fine dell’oppressione nazista? Lo sanno i suoi vertici che negli anni ‘40 uno dei più alti capi spirituali dell’Islam intratteneva rapporti più che amichevoli con Hitler, condividendo e fomentando le iniziative di annientamento degli ebrei? Questi, invece, combattevano a fianco degli Alleati.  Cirino Gallo, Bologna

Risponde il vicedirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

L’Anpi ha progressivamente perso le sue caratteristiche (anche per motivi anagrafici) di associazione che raggruppa i combattenti della Resistenza o di coloro che ne raccolgono il testimone della memoria per trasformarsi in un organismo che fa politica. I militanti palestinesi non hanno nulla a che fare con la Seconda guerra mondiale in Italia mentre la Brigata ebraica ha combattuto, accanto agli alleati, soprattutto in Romagna. Ovvio che si tratta di una scelta politica. L’Anpi accoglie i palestinesi e a Reggio Emilia si dimentica di invitare invece il partigiano Otello Montanari, una delle icone della Resistenza, che denunciò i delitti dei partigiani rossi. Quando si dice il caso. E non dimentichiamo che l’Anpi ha preso parte alla campagna referendaria schierandosi contro Matteo Renzi. Certo, sono tutti comportamenti non vietati. Ma una associazione che deve custodire i valori di una parte dei combattenti della guerra civile e della storia è un’altra cosa. beppe.boni@ilcarlino.net

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