Nessuna pietà per la rete dei complici di Igor

La lettera

Bologna, 20 dicembre 2017 - Ammetto che, come italiano, si sento un po’ mortificato al pensiero che ciò che non hanno fatto le nostre forze dell’ordine, siano riusciti i poliziotti spagnoli. Dopo l’eliminazione ai Mondiali in Russia e la perdita dell’Agenzia del farmaco anche questo insuccesso. Che la bestia feroce sia in gabbia mi fa piacere. Meglio che resti in carcere in Spagna, dove sconterà tutta la pena.

Olindo Guerrini, Parma

risponde il vice direttore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

TORNIAMO ancora sulla storia criminale di Igor la belva. Non ne farei un paragone con l’eliminazione dai Mondiali di calcio e la perdita dell’agenzia del farmaco. Brutte figure, certo, ma per fortuna non ci sono morti di mezzo. Gli inquirenti italiani avevano già individuato la pista spagnola con elementi concreti che forse avrebbero comunque portato ad arrestare Igor. Forse. Ora la cosa importante è individuare chi ha assistito il serbo. Intorno a lui ha agito una rete di complici che gli ha permesso di ottenere documenti falsi, tablet, telefono, armi. Chi ha aiutato la belva autore di 5 omicidi (col sospetto che ne abbia compiuti altri tre) deve essere punito senza pietà. E’ responsabile come il serbo. Gli inquirenti fanno capire che c’è gia qualcuno con le ore contate. Seè vero, speriamo che dopo l’arresto e qualche mese di carcere non lo liberino. Come successe con Igor.

beppe.boni@ilcarlino.net

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