Condanniamoli ad assistere barboni e anziani

La lettera. Risponde il vicedirettore del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 17 gennaio 2018 - Che dire dei due ragazzi (13 e 17 anni) che hanno ucciso un clochard per ‘fare uno scherzo’? Ma che bella giustificazione quella dei due veronesi che diedero fuoco all’auto d’un senzatetto marocchino, in Italia da trent’anni e finito in strada dopo essere stato licenziato. I due restano liberi ed il 13 enne non è imputabile. Oggi si ha licenza d’uccidere (anche) per ‘noia’. Pino E. Beccaria, Reggio Emilia  

Risponde il vicedirettore del Carlino, Beppe Boni

I ragazzini scellerati di sicuro non volevano uccidere, ma il barbone è morto ugualmente nel rogo della propria auto che da quando aveva perso il lavoro era diventata anche la sua casa. Hanno tirato dei petardi contro la vettura e questa ha preso fuoco. L’episodio è la conseguenza tragica, anche se non direttamente voluta, di un comportamento persecutorio che durava da tempo e quindi incanalato verso un alto rischio. Che fare? I due ragazzini sono minorenni e quindi restano a piede libero. La legge lo prevede. Se ci fosse un Tribunale straordinario sarebbe opportuno che condannasse i due bulli non al carcere ma ad un lungo periodo di assistenza a barboni, senzatetto, anziani e disabili. Accompagnati dai genitori e dopo aver fatto i compiti. Sarebbe una bella lezione e una severa condanna senza cella nè manette. beppe.boni@ilcarlino.net

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