La corsa al voto dei partitini che non esistono

Lettere al Direttore

Bologna, 21 gennaio 2018 - Sono rimasto esterrefatto nel vedere quanti e quali simboli di partiti vengono depositati in questi giorni in vista della tornata elettorale. Da anni si parla di bipolarismo e dell’esigenza di frammentare il meno possibile gli schieramenti per garantire governabilità. Invece ci troviamo di fronte ad una selva di stemmi. Incredibile. Alessandro Bettini, Rimini

Risponde il vicedirettore de il Resto del Carlino Beppe Boni

Nel grande circo elettorale si sono iscritti movimenti e partiti inesistenti. C’è il Movimento mamme nel mondo, sgomitano I Forconi, il Grande Nord si è ripreso la parola Nord sfrattata dalla Lega nel simbolo, i 10 volte meglio puntano sull’autostima, il Sacro romano impero liberale e cattolico rispolvera la tradizione, La Catena unisce i commercianti. C’è un elenco infinito di nomi improbabili. Passione politica? Macchè, è voglia di visibilità, pur sapendo di non avere progetti concreti e alcuna possibilità di entrare in Parlamento. E’ la parte folkloristica del voto. E questa giungla si traduce in migliaia di voti dispersi che invece, se indirizzati verso gli schieramenti che realisticamente giocano la partita, potrebbero spostare gli equilibri. Comprensibile la voglia di cambiare il Paese e affermare idee innovative, ma la strada scelta rischia di essere un vicolo cieco.  beppe.boni@ilcarlino.net

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