Elezioni e astensione. Non votare è una sconfitta

La lettera. Risponde il vicedirettore del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 30 gennaio 2018 - Se è vero che l’astensione alle prossime elezioni raggiungerà il picco, mi chiedo se non sia il caso di preoccuparsi del fenomeno, quantomeno di dare dignità a tanti italiani e alla loro protesta. L’introduzione del ‘quorum’ nelle elezioni, potrebbe dare nuovo impulso nella scelta dei programmi costringendo i politici a promesse più ragionevoli. Propongo un referendum per il ‘quorum’.  Carlo Baldi, Bologna

Risponde il vicedirettore del Carlino, Beppe Boni

Se c’è un partito che ha già vinto le elezioni è quello dell’astensione. Rischia di sottrarre voti a destra e sinistra, persino ai rampanti Cinque Stelle. Ha conquistato un italiano su tre, fra cui molti giovani. E questo scenario è un pericolo: più aumenta l’astensione e più cala la salute della democrazia. Meglio sempre votare, anche scegliendo il meno peggio. Secondo i sondaggisti circa 16 milioni di elettori sono orientati a starsene a casa. La sfida però si fa sempre più incandescente e incerta e questo potrebbe in fotofinish ribaltare le previsioni e indurre i cittadini delusi a fare un passo verso le urne. C’è poi l’ incognita delle promesse «sparate» da tutti gli schieramenti, alcune delle quali considerate irrealizzabili, che potrebbero ulteriormente allontanare gli elettori. beppe.boni@ilcarlino.net

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