Savi riuniti in carcere: decisione regolare ma inopportuna

La lettera

Bologna, 7 gennaio 2018 - Il 4 gennaio è stato ricordato il 27° anniversario della strage dei Pilastro dove la Banda della uno bianca uccise carabinieri Otello Stefanini, Mauro Mitilini, Andrea Moneta. E’vergognosa la notizia che i fratelli Savi siano nello stesso carcere di Bollate. I magistrati di sorveglianza devono rendersi conto che delinquenti del genere non devono avere né sconti né permessi.

Niccolò Rocco di Torrepadula Bologna

risponde il vice direttore de il resto del Carlino, Beppe Boni

Ci sono decisioni che risultano sconvenienti e prive di buonsenso, seppure adottate nell’ alveo della legge. E’ il caso dei fratelli Fabio e Roberto Savi che attraverso il giudice di sorveglianza sono finiti nello stesso carcere. Anche il comandante dell’Arma dei carabinieri, Tullio del Sette, ha espresso stupore condividendo «l’amarezza dei familiari delle vittime». Tutto regolare, ha spiegato il magistrato che ha firmato il trasferimento di Fabio. Certo. Ma era obbligatorio riunire i due fratelli stragisti? Certamente no e proprio per questo andava valutata meglio l’opportunità di tenerli separati. Il dolore che non passa, la storia criminale, l’amarezza sono aspetti di cui a volte anche un giudice, pur senza travalicare la legge, dovrebbe tener conto. Probabilmente i due fratelli non avranno mai il permesso di incontrarsi, ma era meglio tenerli divisi. Nel rispetto dele vittime.

beppe.boni@ilcarlino.net

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