Furti impuniti, lo Stato tuteli meglio le vittime

Lettere al Direttore

Bologna, 31 dicembre 2017 - Con un Suv in retromarcia hanno rotto la vetrina di una farmacia per rubare il fondo cassa di 200 euro. Ma come ci si difende da questi furti, visto che, dopo pochi minuti, sono in fuga e non si può loro sparare? Ho ancora in mente quel derubato che ha ferito con una fucilata un ladro che dopo essergli entrato in casa, scappava con la sua auto. E’ stato condannato a quasi 5 anni.

Rino Bertini, Bologna

Risponde Beppe Boni, vice direttore de il Resto del Carlino

Il sistema giudiziario italiano è solo apparentemente severo con chi compie i furti. La pena base per il furto aggravato va da uno a sei anni (fino a dieci se commesso in appartamento), ma un avvocato medio riesce almeno a ridurre di un terzo la pena. Al processo per direttissima il giudice raramente emette condanne al massimo della pena e con l’obbligo del carcere. Se poi uno è al primo arresto anzichè fargli scontare il carcere tendenzialmente torna subito libero. Il sistema è complicato: anche nei casi di recidiva non è scontato che si vada in cella. Affinchè a un imputato di furto si possa contestare la recidiva che aumenta la pena serve una sentenza definitiva per l’altro reato, ma di solito passano anni. Gli istituti carcerari sono pieni e anzichè pensare di costruirne dei nuovi lo Stato preferisce puntare su decreti svuota carceri. Alle vittime non pensa nessuno.

beppe.boni@ilcarlino.net

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