L'Islam di casa nostra e le regole da rispettare

La lettera

Bologna, 15 febbraio 2018 - Una paziente italiana in un ospedale emiliano ha cambiato stanza perchè una paziente islamica non gradiva uomini in camera. Forse il disagio della signora islamica non favoriva la guarigione, ma se ci fossero stati malati nei corridoi con lei sola in camera, il problema andava risolto altrimenti: l’ atteggiamento rivela arroganza. Come per i crocefissi tolti dalle aule o i presepi vietati.

francesco@cioja.it

risponde il condirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

La paziente italiana ha cambiato stanza su richiesta delle autorità sanitarie dell’ospedale e non ha protestato. I familiari sono andati incontro alle sigenze della signora islamica senza porre problemi. Il buonsenso delle persone a volte risolve i nodi più spinosi. Rimane il problema del confronto fra due culture di vita dove gli islamici in Italia faticano a piegarsi alle nostre regole. E se la signora italiana avesse rifiutato di spostarsi? E se se non fosse stato possibile un trasferimento per l’affollamento dei reparti? In casi come questo la percezione dei cittadini è che siano gli italiani a doversi adattare e non viceversa. Ed è così che si rischia il malumore e il disagio sociale. Vale anche per i presepi e per i crocefissi negati. Il rapporto con la cultura islamica va maneggiato con molta cura, anche nelle sfumature, per salvaguardare la nostra idenità nel rispetto altrui.

beppe.boni@ilcarlino.net

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