Migranti, la rabbia di Totò e il nodo cinese

La lettera al direttore

Bologna, 21 settembre 2017 - Il sindaco di Lampedusa afferma che :«Fare rispettare la legge ai migranti non è da considerare un atto razzismo». Giusto. Perché si arrabbiano solo gli africani? In Italia ci sono tanti cinesi. Anche loro sono una razza diversa da quella europea. Perché con loro il problema non esiste?

Franca Albertazzi, Bologna

risponde il vicedirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

LA BANALE quanto realistica frase del sindaco di Lampedusa, Totò Martello, icona della sinistra isolana, non dovrebbe fare notizia. La sua uscita si inserisce però nella recente polemica scatenata da un’altra affermazione (poi ammorbidita) dello stesso Totò: «Chiudiamo l’hot spot di Lampedusa, troppi migranti si ubriacano per strada, molestano e rubano». Giusy Nicolini, predecessore di Totò, bocciata alle elezioni da tre quarti dei compaesani, icona dell’accoglienza, lo ha bacchettato. Totò fa parte dell’area del Pd che, trainata dal ministro Minniti, vede l’immigrazione con più realismo. I cinesi? Certo, sono più rispettosi dei nostri costumi e non costituiscono una ondata fuori controllo. Il nodo cinese è un altro: molti lavorano in nero «nascosti» nei laboratori dei connazionali. Anche qui servirebbe la dottrina Minniti: più severità per arginare il fenomeno.

beppe.boni@ilcarlino.net

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