Nudi al ristorante, gente strana con fantasia

La lettera Risponde il vicedirettore de Il Resto del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 29 settembre 2016 - Aprendo strabasito che, copiando il londinese ‘The Bunyadi’, vicino a Milano, è stato inaugurato il primo ristorante nudista italiano. Ha preso le mosse dalla legge approvata nel 2015 dalla Regione Lombardia che regolamenta il naturismo. Un amico mi ha assicurato che devi prenotare un sacco prima. Ma in che mondo viviamo? Pino Ezio Beccaria, Reggio Emilia

Risponde il vicedirettore de Il Resto del Carlino, Beppe Boni

La risposta è molto semplice. Viviamo in un mondo in cui spesso l’esibizione di un diritto è scambiata con l’esibizionismo e dove l’ostentazione diventa una esigenza primaria rivendicata in modo chiassoso. Per carità, ognuno è libero di andare al bar anche vestito con uno scafandro da palombaro. Ma certe cose fanno sorridere perchè non si intravede dove sia la necessità o la comodità. Comprensibile la voglia di stendersi al sole senza il costume. La voglia di una abbronzatura integrale può affiancarsi ragionevolmente al senso di libertà che contempla il nudismo. Differente è la scelta di sedersi scomodamente nudi al ristorante dato che si arriva vestiti e il fatto di non avere abiti addosso non agevola la consumazione del piatto del giorno. Quindi? Boh, non c’è nulla da capire. Gente strana in libertà.

beppe.boni@ilcarlino.net

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