Tanti gol e una foto per diventare ‘Indimenticabile’

Bologna, 5 gennaio 2017 - Ciao Ezio. Proprio così, come ti salutavano tutti quando ti incrociavano per le vie di Bologna. Come ti salutava chi ha avuto la fortuna di vederti giocare e soprattutto fare gol. Come ti salutava anche chi non l’ha avuta questa fortuna, ma si è accontentato di sognare ad occhi aperti ascoltando i racconti del padre, del nonno, o degli amici più grandi. Bologna e il Bologna hanno perso un altro petalo. Uno di quelli che rendevano così bello quel fiore di squadra che vinse lo scudetto nel 1964 dopo lo spareggio all’Olimpico con l’Inter. Spareggio al quale tu non partecipasti perché eri infortunato e Bernardini, per sostituirti, sorprese Herrera schierando Capra, un terzino, all’ala sinistra. Con la scomparsa di Pascutti se ne va un altro pezzo di quel piccolo mondo antico che sembra lontano anni luce, ma al ricordo del quale ci siamo sempre aggrappati nei momenti di scoramento, quando vedevamo il nostro Bologna ridotto alla serie B, alla serie C, perfino frequentatore delle aule di tribunale nel tentativo di evitare il fallimento. E’ quasi banale e malinconico pensare che adesso rivedrai Giacomo Bulgarelli, Helmut Haller e Dondolo Nielsen. E poi anche Furlanis, Tumburus, perfino il Dottore, Fulvio Bernardini. Purtroppo la vita è inesorabile, non fa sconti: ci sta portando via quelli che per questa città sono Eroi Invincibili, sì, proprio con la maiuscola. Quelli che hanno scritto una pagina di storia indelebile da tramandare di bocca in bocca, di padre in figlio. Tempi lontanissimi, quasi preistorici se guardiamo al nostro presente, ma così carichi di romanticismo che ogni volta che il pensiero va a quella stagione indimenticabile del ‘63-64 viene spontanea una domanda: chissà se rivivremo un’altra epoca d’oro come quella? Chissà? 

Ciao Ezio, te ne sei andato in silenzio, ma la tua foto, anzi quella foto, scattata da Maurizio Parenti, rimarrà sempre con noi, nei nostri cuori. Quel tuffo in area per bruciare sul tempo Tarcisio Burgnich, avversario di tante battaglie con l’Inter, e quindi segnare un gol, uno dei tanti, uno dei 130 che hai fatto con i colori rossoblù stampati sulla pelle. Era il 4 dicembre del 1966, 50 anni fa. E quel giorno sei diventato Cittadino Onorario di Bologna, tu friulano di Mortegliano. Quel giorno, con quel gol, che un clic ha reso immortale, sei entrato nell’immaginario collettivo di una comunità, che è sempre stata riconoscente ed affettuosa con chi ha saputo regalarle grandi gioie ed immense emozioni. E anche se ora sei lassù, con tanti amici e compagni, per noi non sei andato via. E ti immaginiamo ancora seduto a un bar, in centro, a fare due chiacchiere davanti a un buon bicchier di vino. Ciao Ezio, continua a fare gol anche in Paradiso. Ci mancherai.

 

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