Valore della Patria e identità nazionale, la lezione di Ciampi

La lettera

Bologna, 24 gennaio 2018 - Ho letto uno stralcio della lettera alla moglie del patriota Ciro Menotti, condannato a morte dal duca di Modena. In me ha suscitato ammirazione per la ricchezza di valori umani e spiritualità, nell’invito a far conoscere ai figli ‘quanto io amava la patria’. Mi piacerebbe che qualche leader politico scrivesse una lettera di intenzioni programmatiche con la stessa tensione di valori e amore per la patria.

Giancarlo Confetta, Reggio Emilia

risponde il vice direttore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

LEI, caro signore, rischia grosso. Di questi tempi a parlare di valori nazionali e patriottismo si può essere confusi per pericolosi reazionari. Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, scomparso nel 2006, pur con il suo comportamento sobrio riuscì a ridare forza al concetto di Patria, sdoganò nuovamente il senso di appartenza della Nazione e l’orgoglio nazionale. Una lezione che gran parte deglin italiani ha appreso e apprezzato. Oggi però, con le elezioni alle porte, tira nuovamente aria tesa per concetti di questo genere. Definirsi patriota comporta il rischio di essere presi per complottisti, difendere l’identità nazionale diventa una sfida al politicamente corretto che preferisce il multiculturalismo senza regole. Eppure senza enfasi, con sobrietà, Patria e Tricolore vanno difesi come valori non negoziabili.

beppe.boni@ilcarlino.net

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