Scuola, il pianeta del caos

La lettera

Bologna, 9 gennaio 2018 - Logico che ad insegnare a studenti siano insegnanti laureati; meno logico che serva una laurea per accudire i bambini al nido. Altrimenti, per quanto riguarda ‘dade’ e bidelli, dovranno essere assunti solo coloro che sanno parlare, oltre a inglese, francese e spagnolo, anche mille altre lingue.Questo per non offendere la cultura dei nostri ‘ospiti’. Massimo Codeluppi, (Casalecchio di Reno,  Bologna)

risponde Beppe Boni, vicedirettore de Il Resto del Carlino

La sua ironia rilancia una tema reale. Se gli insegnanti devono essere tutti laureati per alzare il livello di professionalità di coloro che sono a contatto con gli studenti, allora anche il personale non docente avrebbe necessità di un adeguamento dal punto di vista della qualifica. Lavorare in una scuola è una cosa seria e delicata. Anche nella sanità il personale paramedico è ormai formato solo attraverso percorsi di formazione certificati. Un inciso sulla polemica di questi giorni (culminata nello sciopero di ieri). I diplomati magistrali hanno appena ricevuto la comunicazione che non possono essere immessi in ruolo perchè non laureati. Vicenda surreale. Come si può estendere retroattivamente un requisito che prima del 2002 non era richiesto? Perchè lo Stato ha fatto un concorso per laureati se poi continuava a consentire l’insegnamento col diploma?  beppe.boni@ilcarlino.net

 

 

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