Lezione di stupidità sui social

La lettera

Bologna, 25 ottobre 2017 - Sconvolgenti le affermazioni di chi ha postato in diretta sui social l’agonia di un ragazzo dopo un incidente. 1) ‘Chi vede la diretta chiami i soccorsi’. Perché, non poteva farlo lui? 2) ‘Mi sono sentito solo...’ 3) ‘E’ anche colpa di questa società che vuole tutto in diretta e senza più valori’. La società è la somma delle persone che ne fanno parte e sono i comportamenti individuali che ne costituiscono le tendenze.  Fabio Masotti, Ravenna

risponde Beppe Boni, vicedirettore de Il Resto del Carlino

Quando il mondo è capovolto. Quando qualcuno scambia la sfera virtuale con quella reale. Quando lo squinternato di turno immagina che qualsiasi fatto accada debba finire sui social network, sia esso un evento, un matrimonio, una festa. Oppure, come è accaduto a Rimini, un fatto tragico. Demenziale. L’uso del web è democraticamente aperto a tutti ma come disse Umberto Eco «i social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli». A volte ne basta uno, come a Rimini, per sollevare l’indignazione e fornire la prova del fenomeno. Il giovanotto diventato protagonista di questa assurda vicenda ha chiesto scusa. Ha capito di averla fatta grossa e ne prendiamo atto. Speriamo che questo show fuori programma abbia insegnato qualcosa a tutti gli altri che in situazioni meno tragiche utilizzano comunque in modo sbagliato e stupido i social. Speriamo. beppe.boni@ilcarlino.net 

 

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