Voucher, l’abolizione è peggiore del nodo che si voleva sanare

La lettera. Risponde il vicedirettore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

Bologna, 28 marzo 2017 - Qualcosa non torna sui voucher. Cerchiamo di fare chiarezza: 1) La Camusso, leader della Cgil, aveva solo denunciato l’enorme abuso di questo strumento. 2) Se il governo fosse intervenuto mettendo paletti e controlli, il referendum sarebbe comunque saltato. Renzi e Gentiloni cercano di nascondere l’insufficienza della politica, impegnati come sono a ‘inseguire’ i guai dei grillini. Andrea Finotti, Ferrara

Risponde il vice direttore de il Resto del Carlino, Beppe Boni

Torniamo su questo argomento, già affrontato, visto che suscita un forte interesse nei lettori. La scelta di cancellare il sistema dei voucher, che pure faceva registrare incongruenze, è una decisione puramente politica, affrettata e sostanzialmente immotivata, adottata per evitare ad ogni costo il referendum della Cgil. Bastava rivedere il regolamento. La società Swg ha effettuato un sondaggio per Confesercenti dal quale si evince che cancellando i voucher si è creato un problema maggiore rispetto all’anomalia che si intendeva sanare. Tradotto: la pezza è peggiore del buco. Quasi tutte le alternative ai voucher oggi sono più onerose e solo la metà delle imprese che li utilizzava ha deciso di cercare una forma contrattuale di altro genere. Gli altri sono posti di lavoro perduti. E’ come se abolissimo tutti i programmi della tv per evitare quelli diseducativi. beppe.boni@ilcarlino.net

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