Giovedì 18 Aprile 2024

Concussione, stangata all’ortopedico: "Se non ti opero perderai le gambe"

Cinque anni a Gennarì, chirurgo francese che lavorava a Bologna

Jean Marie Gennarì, 60 anni

Jean Marie Gennarì, 60 anni

Bologna, 18 dicembre 2014 - Chiedeva mazzette ai pazienti da operare, approfittando della loro debolezza psicologica in un momento tanto difficile. E si faceva pagare in contanti, a volte andando a prendere i soldi mentre ancora si trovavano sul lettino in clinica, come testimoniarono le telecamere nascoste piazzate dai carabinieri del Nas. A rendere tutto ancora più grave, il fatto che gli interventi avrebbero dovuto essere gratuiti, essendo rimborsati dal Servizio sanitario nazionale.

A distanza di due anni dall’arresto che fece emergere questa triste e gravissima storia, è arrivata una condanna pesante per Jean Marie Gennarì, 60 anni, chirurgo ortopedico francese con lontane origini italiane, che ai tempi scendeva da Marsiglia e veniva in cliniche italiane, fra cui la bolognese ‘Villa Torri’ (estranea alle accuse), per le sue operazioni. Il giudice Andrea Scarpa l’ha infatti condannato a cinque anni di carcere per concussione e truffa aggravata, al termine del processo con rito abbreviato. Il pm Morena Plazzi aveva chiesto cinque anni e tre mesi e contestava al medico circa 90mila euro, cioè i soldi chiesti (a volte ottenuti, a volte no) a 30 pazienti, parti offese nell’indagine.

Secondo la ricostruzione accusatoria accolta dal gup, Gennarì agiva con un copione collaudato. Diceva ai pazienti che si trattava di interventi urgenti e difficili, che solo lui poteva fare, però le convenzioni delle cliniche con il Servizio sanitario nazionale non gli consentivano di coprire tutte le spese. A qualcuno arrivava a dire che, senza l’intervento in tempi brevi, avrebbe riportato conseguenze gravissime, come la perdita dell’uso delle gambe.

E così i malcapitati pagavano, «timorosi di non ricevere le cure più idonee al caso», come scrive il pm Plazzi. Da duemila a ottomila euro, a seconda dei casi. A un anziano con problemi alla colonna vertebrale, Gennarì chiese addirittura 20mila euro, minacciando appunto «la perdita dell’uso delle gambe» se non si fosse affidato subito al suo bisturi magico. L’uomo però non abboccò e chiese un consulto a un altro ortopedico, poi si fece operare altrove.

Gennarì, difeso dall’avvocato Luciano Bertoluzza, dopo l’arresto del 20 dicembre 2012 fu liberato qualche giorno dopo dal gip con il divieto di esercitare la professione in Italia. Tornò a Marsiglia, respingendo ogni addebito.

Eppure nelle intercettazioni telefoniche dei Nas la sua voce era chiara: «Mi raccomando, si organizzi per questo problema degli assegni, perché ci troviamo in difficoltà con gli assegni», diceva a un paziente per spiegargli che doveva usare i contanti. Oppure, a un altro: «Non hai i soldi? Fatteli prestare».

A un terzo capitò pure di peggio, perché si vide piombare Gennarì al capezzale, il giorno dopo l’intervento. Il ‘luminare’ chiese i soldi al paziente, steso sul lettino, e non esitò a passargli i pantaloni dall’armadietto perché il poveretto estraesse il portafogli e gli consegnasse duemila euro in banconote tenute da un elastico. I carabinieri però stavano registrando tutto. E scattarono le manette.