Regionali, confronto tv fra candidati senza colpi di scena

Bonaccini, Fabbri, Gibertoni e Rondoni ospiti di Sky. Dibattito su tagli, sanità e ricostruzione

Il confronto tv su Sky fra i candidati alla presidenza della Regione Emilia-Romagna

Il confronto tv su Sky fra i candidati alla presidenza della Regione Emilia-Romagna

Bologna, 19 novembre 2014 - Il tema della ricostruzione post-sisma ha accesso lo scontro fra i candidati alla presidenza della Regione Emilia-Romagna nel confronto organizzato su SkyTg24. «La ricostruzione è ferma, uno su quattro ha ricostruito, anzi sono cominciate ad arrivare le cartelle di Equitalia», ha accusato Alan Fabbri, sindaco di Bondeno e candidato leghista del centrodestra. Gli ha replicato Stefano Bonaccini, «andate all’Aquila a vedere come funzionava la ricostruzione con la Lega al governo e fate un paragone, i cittadini lo sanno da soli».

Tocca l’argomento ricostruzione post-sisma anche la candidata del Movimento 5 Stelle Giulia Gibertoni: «Ci sono zone abbandonate totalmente - ha detto - con una burocrazia eccessiva che ha dimostrato di non funzionare. Il M5S chiede da tempo zone franche, se il Pd si convince lo appoggiamo».

La candidata ha inoltre ribadito la sua contrarietà al progetto della Cispadana: «Consumo di suolo zero, per noi vuol dire veramente consumo di suolo zero, per gli altri vuol dire suolo zero tranne la Cispadana e altre infrastrutture inutili. Non si costruisce più, senza deroghe, mentre lo sblocca Italia ci dà altre deroghe, trivellazioni e cave».

Si sofferma sugli sprechi e sui problemi della Sanità il candidato di Ncd-Udc Alessandro Rondoni: «Nella sanità la politica deve fare tre passi indietro, noi vogliamo cambiare modello, perché la Sanità ha otto miliardi di euro, ci sono sprechi anche qui: noi vogliamo un privato verificato, controllato, un patto pubblico-privato con al centro il cittadino». «Tutta la Regione deve essere più snella - ha detto il candidato- non vogliamo una Regione grassa e le famiglie magre, bisogna tagliare gli sprechi, ci vuole meno burocrazia, si devono ridurre le partecipate, con meno enti di secondo livello e meno assessori. Le partecipate vanno chiuse tutte, in un patto pubblico-privato nuovo. In questo momento l’invasione pubblica è troppo forte e serve più sussidiarietà».

Tema di confronto è stato anche quello dei tagli previsti dal governo per le Regioni. «Quando un governo taglia le risorse sul costo del lavoro per creare nuovi posti e nuova crescita, taglia l’Irpef per dare 80 euro ai redditi più bassi ognuno deve fare la sua parte. Dopo di che c’è margine per non avere timore di quei tagli», ha commentato Stefano Bonaccini, candidato per il centrosinistra. «Bisogna abbattere la burocrazia - ha detto - delegiferare e decertificare, ci sono troppi dirigenti, dimezzare le società partecipate. Ma il governo libererà numerose risorse con l’allentamento del patto di stabilità». Bonaccini, durante il confronto, se l’è presa anche con il segretario della Lega Nord Matteo Salvini. «Salvini - ha detto - dovrebbe essere pagato per stare in Europa e da venti giorni è in Emilia-Romagna a dire che la Regione è un grande campo rom da Piacenza a Rimini. La violenza va sempre condannata - ha detto tornando sulla sua aggressione dell’8 novembre a Bologna - ma se Salvini non ha avvertito la Digos ha commesso un grave errore».

«La Digos sa anche quando andiamo in bagno, era stata avvisata», ha replicato Alan Fabbri tornando così a parlare dell’aggressione subita l’8 novembre dal segretario della Lega e sulle polemiche che ne sono seguite. «Siamo andati lì - ha detto riferendosi al campo rom di Bologna - solo per controllare un campo. Ma siamo stati anche a Brescello, dove la fa da padrone la ‘ndrangheta e per andare nel bar di Peppone, siamo stati scortati perché ci sono persone legate alla ‘ndrangheta di Cutro».

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