Consolato del Marocco, ecco perché protestano gli imprenditori

Fronte contro il Comune: "Attorno ci sono bivacchi e discariche. Una scelta scellerata"

Bologna, Consolato del Marocco (Foto Schicchi)

Bologna, Consolato del Marocco (Foto Schicchi)

Bologna, 30 maggio 2016 - Marciapiedi e strade trasformate in discariche, parcheggi insufficienti, occupati dagli ambulanti, e controlli inesistenti. Sono questi i problemi che gli imprenditori di via Caduti d’Amola, a Borgo Panigale, registrano da quando ad aprile, proprio in quella strada, ha aperto il nuovo consolato del Marocco. "Siamo stati tra i primi ad aprire qui l’azienda, quando ancora era tutta campagna – raccontano Cesare Scandellari, titolare della Scandellari infissi e Angelo Peri, della Peri meccanica –. Questa un tempo si chiamava via dell’Industria proprio perché c’erano solo fabbriche e le case di chi ci lavorava. Non capiamo la scelta scellerata di aprire qui un Consolato, danneggiando l’unico centro industriale rimasto in città".

In via Caduti D’Amola, infatti, fin dagli anni ‘60 si sono insediate una decina di aziende che hanno dato vita a un’area industriale particolarmente produttiva, che con il tempo è diventata anche residenziale, con gli stessi imprenditori che lì hanno costruito le loro case. "Il problema non è il Consolato o chi ci lavora, ma tutte le persone che gravitano intorno a questa struttura – spiega Alberto Nanetti, titolare della Nanetti e Panzacchi, che produce materiali siderurgici –. C’è chi utilizza i marciapiedi come discariche e chi bivacca nelle proprietà altrui. Poi ci sono anche gli ambulanti che aprono attività che nulla hanno a che vedere con il consolato".

"Non ci sono parcheggi sufficienti per tutti e gli ambulanti con i loro furgoncini occupano gli unici liberi. Il Comune, ovviamente, non ha pensato a questo problema – commenta Carletto Abà, titolare dell’azienda di tappeti Storea –. Sarei anche curioso di sapere se i controlli serrati che fanno alle nostre aziende, come verificare il pagamento della tassa sulla pubblicità, vengano fatti anche nei loro confronti".

Per cercare di arginare questi problemi, gli industriali chiedono l’intervento del Comune. "Perché hanno spostato qui il consolato senza realizzare le infrastrutture adatte?. Vorrei sapere su che base hanno dato i permessi" commenta Gianni Rende, titolare della Pro System srl, cui si associa Ernesto Cané, della Delco Srl: "Merola ha detto che conoscono questi problemi e che stanno valutando la situazione. Io dico che avrebbero dovuto pensarci prima".

Sulle responsabilità del Comune non ha dubbi anche Marco Lisei di Forza Italia: "L’amministrazione ha fatto una scelta urbanistica senza interessarsi delle conseguenze che ci sarebbero state – sottolinea il candidato alla riconferma in Consiglio comunale –. Palazzo d’Accursio ora deve intervenire per pulire le strade e allargare e mettere in sicurezza i marciapiedi. Ci vorrebbe anche una vigilanza dinamica della Municipale e una valutazione della presenza degli ambulanti che non hanno a che fare con questa zona, come quelli che vendono ortofrutta».

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