Operazione Aemilia, le lezioni del boss alla Tattini: "Per sparare tieni la pistola così"

I carabinieri: la consulente finanziaria aveva un'arma non denunciata Le intercettazioni della Tattini: "C'è il capo di giù, il grande...il sanguinario"

Roberta Tattini

Roberta Tattini

Bologna, 3 febbraio 2015 - Non solo rapporti d’affari. Anche lezioni su come usare la pistola e, soprattutto, come usarla su bersagli in movimento. Bersagli umani. C’è anche questo nelle intercettazioni dell’inchiesta Aemilia contro il clan calabrese Grande Aracri che ha portato all’arresto per concorso esterno in associazione mafiosa di Roberta Tattini, consulente finanziaria bolognese di 42 anni. 

Illuminante è la conversazione intercettata il 29 settembre 2011 fra Roberta Tattini e il boss Antonio Gualtieri mentre viaggiano a bordo del Range Rover dell’uomo.  Tattini: «Ma la cosa che mi darebbe proprio fastidio è che (i ladri; ndr) entrano quando sono in casa... quello mi urta veramente tanto... cioè... finché non ci sono non mi scoccia... ma che io, mi devi addormentare... che due mar...!». Gualtieri: «Incomprensibile (bisbiglia)». Tattini: «Io ce l’ho... normale!». Gualtieri: «Ah!». T: «Sì però pure adesso: tra averla e sparare è un altro paio di maniche eh!». G: «Spara e te ne fotti. Quando vedi: ah “tum’’ (simula lo sparo di una pistola; ndr)... metti... non la mano così! sempre così la mano... capisci?... così la pistola va per andare... perché quando fai il contraccolpo fa così...». T: «Quindi quando si insegnano al poligono, si insegnano a tirare così... ma, un conto è tirare al bersaglio».

G: «No no». T: «E’ il bersaglio... io dico sempre che è un’altra roba!». G: «Ci vuole sangue preparato». T: «Quando spariamo a... a... col bersaglio... è un’altra roba! Eh, che c... cioè guarda che io dico sempre, no? Perché poi dico sempre che uno può fare, può avere le reazioni più... però, se... io ho sempre detto: “Se la tocchi devi sparare, perché se no lui ti ammazza prima eh’’». G: «Subito sì... quando ce l’hai in mano devi fare già fuoco». T: «Se no... se no la lasci lì... se la lasci lì è meglio! eh eh eh (ride ; ndr)... perché c’è stato un ragazzo, quando sono andata al poligono, ci andavo spesso, perché io ci vado spesso... lui aveva questa passione per questo tipo di pistole, aveva una Adler, sai quelle israeliane...». G: «Sì, sì... una bella... israeliane americane... io c’avevo una di quelle... c’aveva la canna esagonale... quelle sono le armi più perfette...». T: «Però eh... dà un contraccolpo notevole eh! Io vedo... quando facciamo le prove... sai con i bersagli mobili? Eh... difficilino, cioè... un conto è sparare verso un bersaglio: prendi la mira... ma quando devi sparare in movimento, è molto più difficile... già io sparo con una mano sola prendendo la mira... eh! per forza, perché il polso dopo un po’ mi dice ‘vaffanculo’». G: «Certo, certo». T: «E’ che comunque lo dà il contraccolpo!». G: «Quando ti capita di sparare a qualcuno, spara così...». T: «Eh eh eh (ride; ndr) non mi è mai capitato eh eh eh... no! beh, insomma perciò... però non lo so, se uno ci trova... io lo dico sempre: non mi è mai capitato! però credo che in una situazione, qualcuno.. tu puoi avere due reazioni: o rimani freddo o non riesci a fare niente... o rimani che non riesci neanche, paralizzato dalla paura e non riesci a muoverti... e molti... sai... non tutti hanno la stessa reazione...». Gualtieri: «Uuuh!». Tattini: «Io lo dico sempre: non sopporto aver paura... è una cosa che non la tollero... fin da piccola...». A commento, i carabinieri annotano: «Dal lungo dialogo emerge che Roberta Tattini detiene una pistola e che è in grado di utilizzarla. Di contro, Antonio Gualtieri in passato era in possesso di una pistola israeliana. La Tattini non risulta (dalle banche dati) possedere armi e non è titolare di porto d’armi». 

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