Convegno in Prefettura, ecco i vantaggi e i pericoli di internet

Il progetto educativo ‘Il tuo web’ ha riguardato un campione di 13mila ragazzi FOTO

Beppe Boni ha moderato l’incontro che si è svolto in prefettura (foto Schicchi)

Beppe Boni ha moderato l’incontro che si è svolto in prefettura (foto Schicchi)

Bologna, 6 marzo 2015 - Schermi del pc che proiettano lugubri ombre zoomorfe, una tela di ragno in cui si muovono inquietanti aracno-social network, una piovra gigante che avvince un’esile figura umana: ecco come alcuni studenti hanno rappresentato internet e la loro esperienza online anche se poi solo il 25% di un campione di 13mila ragazzi ha ammesso di essersi sentito a disagio navigando in rete. FOTO

Sono alcuni dei dati presentati oggi in Prefettura ed emersi dalla ricerca socio-criminologica del progetto educativo ‘Il tuo web’ realizzato dalla Polizia delle Comunicazione con l’Ufficio scolastico regionale, il Cirvis dell’Alma Mater e la società H3g. All’esposizione di dati e statistiche ricavati dalla somministrazione di questionari anonimi a giovani in età adolescenziale è seguita una tavola rotonda con autorevoli esperti del settore moderata dal vicedirettore del Resto del Carlino, Beppe Boni e introdotta dal saluto del prefetto Ennio Angelo Sodano che non condivide l’eccessiva preoccupazione legata all’uso di internet da parte dei ragazzi: “Se la mia generazione ha vissuto l’infanzia per strada, per i nostri giovani la piazza è il web. Non se ne può fare a meno e, oggi come allora, è compito degli adulti proteggere le personalità più deboli dai pericoli, siano essi quelli della strada o quelli della rete”.

I questionari hanno evidenziato comportamenti e abitudini della vita dei ragazzi della nostra regione sul web: il 40% ha affermato di avere incontrato di persona le nuove amicizie allacciate in rete. Ma, al di là delle ovvie preoccupazioni per possibili incontri spiacevoli, non è forse questo lo scopo dei social? Se lo chiede Geo Ceccaroli, dirigente della Polizia Postale del’Emilia-Romagna: “Il web non va demonizzato, Facebook è nato dal desiderio di tre ragazzi di Harvard di mettersi in contatto con ragazze del loro campus. Sarebbe una contraddizione in termini eliminare questa possibilità. Se una volta ci si incontrava in piazza o all’oratorio, ora il non luogo di incontro è la rete e bisogna capirne i meccanismi per saperla gestire”. Per quanto riguarda gli incontri sgraditi online, solo il 14,7% del campione ha dichiarato di averne fatti e si tratta per lo più di troll (39,3%), esibizionisti (23,7%), molestatori (20,3%) e cyber bulli (16,7%) mentre i video che provocano maggior disagio fra i giovani sono quelli sulle crudeltà nei confronti degli animali (30,2%). Quest’ultimo dato ha colpito particolarmente l’assessore alla Sicurezza Nadia Monti: “E’ indicativo di quanto i giovani siano assuefatti alla violenza fra esseri umani, protagonista di film e serie tv, da esserne poco toccati”. Il virtuale è spesso fertile terreno di veri e propri reati di cui spesso i giovani non sono neppure consapevoli ma che “non bisogna fare l’errore di bollare come ‘ragazzate’ – spiega il presidente del Tribunale per i minorenni di Bologna Giuseppe Spadaro – perché le vittime sono reali, non virtuali. Frequenti sono i reati legati alla diffusione di filmati di sesso fra ragazzi che causano profonda sofferenza a chi vede diventare di pubblico dominio un momento di intimità. Ma spesso chi condivide materiale simile non si rende conto del male che provoca e per questo è importante metterli di fronte alla sofferenza umana ed educarli sentimentalmente”. Di fronte a situazioni di disagio, vergogna o imbarazzo in rete, a chi si rivolgono gli adolescenti? La maggior parte, il 42%, agli amici, il 32 % ai genitori mentre solo il 6% agli insegnanti. Di fronte a quest’ultimo dato sconfortante, Maurizia Migliori, dirigente dell’Ufficio scolastico regionale afferma che “bisogna partire dalla formazione degli adulti mettendo in condizione la scuola di affrontare la grande sfida dell’educazione all’uso del web”.

La crescita degli accessi a internet è ormai esponenziale, “lo vediamo quotidianamente anche nel lavoro giornalistico – afferma il vicedirettore Boni – con gli accessi ai portali web”, ma nel 95% dei casi la vita online dei ragazzi avviene in solitudine. “Una solitudine affollata di una folla solitaria – la definisce il direttore della Società di Vittimologia Augusto Balloni – in cui si può essere qualcun altro fuggendo dalla realtà di conflitto con il mondo degli adulti: una fuga che spersonalizza e ostacola l’autonomo sviluppo di autostima e sicurezza”. 

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