La favola bella dei cooperanti coi coltelli alla gola

Massimo Gagliardi

Massimo Gagliardi

Bologna, 16 settembre 2014 - Se l’Isis con le decapitazioni intendeva piegare l’Occidente sbaglia strada. L’unica cosa che ha ottenuto è che ora la maggioranza della gente è favorevole al suo annientamento, e l’Occidente ne ha la forza militare. Ma questi cooperanti che si fanno prendere, i guai se li vanno a cercare e mettono in difficoltà anche gli Stati.

Vitaliano Violi

Risponde il vicedirettore de il Resto del Carlino Massimo Gagliardi

Quello della cooperazione è un mondo molto vario, in cui si muovono soggetti internazionali e associazioni non governative ma ben organizzate. Esistono invece altre associazioni molto meno strutturate nel senso che spesso si basano su rapporti personali, di buona volontà, ma che espongono i nostri giovani a rischi gravissimi. Andare in Siria, oggi, significa poter morire. E non solo: morire come? Si dirà: ma se un cooperante non va dove c’è bisogno davvero a che serve? Ognuno può gettare via la propria vita ma una sua prigionìa finirà per coinvolgere lo Stato di cui è cittadino. Se va bene, si chiude con un riscatto; altrimenti, se è l’Isis a puntargli un coltello alla gola, si rischiano rappresaglie armate. Non tutte le associazioni si chiamano Emergency e, a mandare i ragazzi laggiù, fanno solo danni.

massimo.gagliardi@ilcarlino.net

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