E il vu cumprà finisce a Hollywood

Il corto ‘Sexy Shopping’: un ambulante bengalese con telecamera nascosta al Pratello e per le vie del centro (IL TRAILER)

Sexy Shopping

Sexy Shopping

Bologna, 19 agosto 2014 - COME faranno gli americani a capire quel complesso fenomeno che la maggior parte degli abitanti di Bologna semplifica nell’onnicomprensiva e quanto mai imprecisa categoria di «pakistani che ti vendono la roba mentre stai al bar», lo sanno solo loro. D’altra parte, anche noi fatichiamo a capire come si possa considerare ‘small’ una tazzina da mezzo litro di caffè. Fatto sta che Sexy Shopping, il cortometraggio diretto dal ticket Adam Selo e Antonio Benedetto di Elenfant Film, è attualmente in concorso all’Hollyshorts Film Festival. A Hollywood.

Sullo sfondo del film che affianca il video-racconto confezionato, con l’ausilio di una telecamera nascosta, dall’ambulante bengalese Miah Shajhan per spiegare alla moglie il proprio lavoro tra le strade di Bologna, il Pratello, il fastidio, i sorrisetti imbarazzati e un po’ colpevoli delle persone fermate da Miah, che faticano a spiegare il nesso tra la crisi e il loro stoico presidio dei bar. E un’Italia in cui pare assurdo che qualcuno voglia mettersi in regola.

Selo, come siete venuti a conoscenza della storia di Miah?

«Merito di Antonio Benedetto, al quale dobbiamo la scintilla del film, che lo aveva conosciuto e visto in azione per strada. Lo avevano colpito subito la sua simpatia, l’intraprendenza e la capacità di attirare l’attenzione. L’attrazione di Antonio per i personaggi particolari, capaci di stimolare la fantasia, lo hanno convinto a volerlo conoscere meglio, per scoprirne tutto il potenziale. Alla fine, è nata un’amicizia».

Questa storia non solo è tipicamente italiana ma fa parte, ancora più nel dettaglio, del “folclore” della Bologna recente. Che cosa le ha guadagnato l’attenzione dell’Hollyshorts?

«A differenza dell’Italia, dove spesso il tema della narrazione si mangia la tecnica, negli Stati Uniti sono molto attenti alla forma e alla sperimentazione. Credo che Sexy Shopping sia stato scelto proprio per aver individuato il tentativo di sperimentare un linguaggio nuovo, che oltre a mischiare fiction e documentario, inserisce immagini prese attraverso la camera nascosta. La realtà nuda e cruda che diventa parte della sceneggiatura. Ovviamente anche la tematica può aver colpito. Ma in maniera diversa».

Non avete temuto che la camera nascosta potesse corrompere l’autenticità di Miah?

«Al contrario, sapevamo che avrebbe aggiunto moltissima realtà al film, più di quanto possa fare un documentario classico che filtra attraverso delle scelte registiche precise e la consapevolezza di essere inquadrati continuamente».

Che vita avrà questo corto?

«Abbiamo appena ricevuto una nuova selezione a York, in Inghilterra, e il mese scorso la bella notizia del festival internazionale in Nuova Caledonia, il posto più lontano sulla Terra in cui potessimo arrivare. Ci aspettiamo qualcosa in più in Italia, dove, nonostante le selezioni al Biografilm o al SardiniaFF o all’Apulia Film Festival e altre rassegne (dove non sono mancate le menzioni e qualche premio), il film non è sempre presente. Ma, come si dice, nessuno è profeta in casa propria».

Filippo Dionisi

Sexy Shopping_Trailer_ITA from ELENFANT FILM on Vimeo.

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