Bologna, Sferisterio Gallery racconta la storia dell’impianto sportivo più antico

L’operazione ’recupero’ continua con i murales degli studenti dell’artistico e gli scatti dei fotografi della città

Serafino D’Onofrio, Matteo Lepore,  Rosa Maria Amorevole,  Viviana Neri e altri allo Sferisterio (Foto Schicchi)

Serafino D’Onofrio, Matteo Lepore, Rosa Maria Amorevole, Viviana Neri e altri allo Sferisterio (Foto Schicchi)

Bologna, 23 gennaio 2018 – L’operazione “recupero” continua e si arricchisce di ricordi, passione, entusiasmo e non solo. Dalla verve di Serafino D’Onofrio, presidente dell’Aics Bologna, nasce quella che viene chiamata Sferisterio Gallery. Nelle tre palestre che possono ospitare, in contemporanea, altrettanti avvenimenti sportivi, troviamo i segni del lavoro degli studenti del Liceo Artistico Arcangeli, che hanno operato per due settimane, con i loro murales, che mettono in evidenza tanto Bologna quanto le discipline praticate all’interno dello Sferisterio.

Poi ci sono le foto – gli autori sono i fotografi cittadini Gianni Schicchi, Mario Carlini, Michele Nucci e Matteo Malagutti – che mettono in luce gli aspetti sportivi della nostra realtà. Dall’icona Roberto Baggio ai derby di basket dell’ultima stagione (con Michael Umeh, Leonardo Candi e Stefano Mancinelli), ma anche la boxe, il basket in carrozzina (con i Bradipi che hanno vinto due titoli italiani under 22), il Progresso basket e il volley femminile. La scelta di immagini recenti è stata naturale: non per mancanza di rispetto verso il passato, ci mancherebbe. Ma perché ingrandire (a dimensioni naturali) immagini molto datate avrebbe comportato tempi e costi maggiori.

Il colpo d’occhio, è notevole e mescola il nostro passato prossimo (praticamente ieri) con l’Ottocento, proprio così. L’operazione recupero continua sotto lo sguardo dell’assessore allo sport e alla cultura del Comune Matteo Lepore, di Rosa Maria Amorevole, presidente del quartiere Santo Stefano e di Viviana Neri, presidente regionale dell’Aics, ospiti speciali della conferenza che ha introdotto il tema.

E l’Ottocento? Lo Sferisterio – esiste un suggestivo ed esaustivo opuscolo firmato a quattro mani da Marco Poli e Claudio Evangelisti che ricostruisce tutti i passi salienti dell’impianto sportivo più vecchio della città – viene raccontato nella sua interezza. Fu costruito ben prima che la Virtus (la più vecchia polisportiva cittadina, datata 1871) prendesse piede e poteva ospitare – all’epoca era scoperto – fino a cinquemila persone. La disciplina più amata era il pallone al bracciale (in altre aree italiane chiamato pallone elastico) e, tanto per mescolare sport e cultura, cultura e sport, fu cantato da Giacomo Leopardi. Ci sono le tracce del passaggio di un campione marchigiano dell’Ottocento, Carlo Didimi, che oggi avrebbe lo stesso appeal di Leo Messi e Cristiano Ronaldo, tanto per dirne la popolarità. Didimi era così forte che, nelle Marche, gli era interdetto la pratica del gioco. Chi era in squadra con lui, alla fine, non poteva che vincere. E allora lui, a pagamento, girava l’Italia, per mostrare la sua arte. Arriva anche a Bologna, allo Sferisterio e, su una colonna (della palestra dove si gioca a basket) c’è il suo nome all’altezza di dove presumibilmente, fermò la sua corsa una sua “pallonata”. Ci sono soprannomi suggestivi, come Diavolone, al secolo Angelo Donati e c’è pure la scritta Balilla 18 agosto 1933 legata, probabilmente, all’impresa sportiva di un giovane fascista. E ancora Bruno Banchini e Giovanni Ziotti

Ritagli di un passato per riaffiora, come le targhe, quelle in marmo e quelle in gesso. Anche qui, c’è stato il lavoro degli studenti del liceo artistico. Sul marmo si è lavorato senza tregua per restituirne il candore. Sul gesso, invece, ci si è concentrati sul restauro, per ridare un volto e una dignità alla Bologna di un tempo. Un bel lavoro, davvero. Anche perché i numeri dello Sferisterio continuano a essere importanti. Anche se servirebbe qualche lavoretto (di ammodernamento) sono tra le 800 e le mille le persone che ogni giorno lo frequentano e lo utilizzano nel migliore dei modi. E l’operazione recupero, dell’Aics, va in questa direzione: valorizzare ulteriormente un bene di Bologna.

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