Bologna, porte aperte nella casa-studio di Vasco Rossi

Entriamo all’Open Digital Studio dove nascono le canzoni del Kom. "Stiamo lavorando al dvd di Modena Park"

Nicola Venieri responsabile dell’Open Digital Studio. Nella foto piccola un interno: sulla parete i dischi di platino

Nicola Venieri responsabile dell’Open Digital Studio. Nella foto piccola un interno: sulla parete i dischi di platino

Bologna, 19 luglio 2017 - In via Emilia Levante, celato da un portone anonimo di vetro, si svela l’Open Digital Studio, il ‘cuore pulsante’ dell’attività discografica di Vasco Rossi che qui, dal 2000, crea le sue canzoni circondato da un numero davvero ristretto di persone coordinate da Nicola Venieri il suo tecnico del suono personale, che domani aprirà per la prima volta questo luogo al pubblico (FOTO).

Due le viste guidate in programma (i posti sono già esauriti) all’interno del ciclo di incontri curato da Fonoprint per il cartellone estivo Best.

Venieri, pensando a Vasco e al suo successo, avremmo immaginato uno studio enorme, ultra lussuoso e invece... «Invece qui sosteniamo la teoria importante per chi in un posto così ci passa buona parte della giornata, che in studio meno si è meglio è. Qui gli ambienti sono molto piccoli, oltre a Vasco in sala di registrazione, non c’è posto nella sala mixer per più di tre-quattro persone. Non è stata una scelta vera e propria, ma col senno di poi essere in pochi aiuta la concentrazione».

In effetti, sembra impossibile, per un profano, che in uno spazio così ristretto si creino dischi diventati pietre miliari del rock italiano. «Sì, ma in questi pochi metri c’è tutto. Noi siamo attrezzati per seguire una produzione dalla fase iniziale al mixaggio definitivo. Le apparecchiature sono le migliori. In gran parte analogiche. Scelta, fatta per lasciare al suono quel calore che nelle registrazioni digitali si tende a perdere. Per ragioni di spazio non riusciamo a registrare le batterie e gli archi, che facciamo in altri posti. Ma, per il resto, tutti i dischi di Vasco, dal 2000 sono nati qui».

Adesso a cosa sta lavorando, o, dopo Modena Park, vi siete concessi un periodo di riposo? «Lo studio non si ferma mai... Adesso siamo al lavoro sulle circa quattro ore di registrazione del live di Modena che presto diventerà un dvd e un film che andrà nelle sale. Video e audio saranno ad altissima risoluzione e verrà utilizzato il sistema surround, per fare dell’ascolto in casa o al cinema una esperienza coinvolgente simile a quella del concerto».

Un concerto memorabile come quello modenese, di quanta preparazione ‘dietro le quinte’ ha bisogno? «Molti mesi. Abbiamo lavorato prima qui in studio per scegliere i suoni e gli arrangiamenti più adatti all’evento. Poi trasferiti a Castellaneta, in Puglia, abbiamo provato il concerto con tutta la band. Lì abbiamo portato uno studio mobile configurato per l’occasione con il quale è stato possibile programmare lo show e trovare il giusto mix per ogni brano. Poi c’è stato il periodo nel parco. Io mi sono occupato del suono per la diretta tv e nei cinema. È stato un lavoro molto impegnativo e complesso».

Vasco ma non solo, in questo studio. «Certo, abbiamo registrato tra gli altri gli Skiantos, Stadio, Noemi, Patti Pravo… e tanti giovani. In pochi lo sanno, ma questo studio è raggiungibile anche dai nuovi talenti e ce ne sono molti con i quali lavoriamo. In realtà è una struttura potenzialmente accessibile a tutti e il modo di realizzare qualcosa insieme, con gli stimoli giusti, si trova sempre. L’importante, almeno per me, e avere qualcosa da dire e da trasmettere, la sola voglia di diventare famosi non basta, bisogna partire prima di tutto dall’avere necessità e bisogno di esprimersi».

Vasco passa in studio quando lei registra questi giovani? «Spesso si ferma a salutare, è sempre contento che in studio si faccia della musica, che ci sia del fermento artistico».

E dà anche dei consigli? «A dire il vero no, dal punto di vista umano Rossi è molto riservato, ha un grande rispetto per la musica e per chi la fa e ha una forte sensibilità artistica. A volte ascolta con interesse ma ci lascia lavorare tranquilli, non interferisce. Per andare avanti sereni, basta anche solo un suo sguardo compiaciuto».

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