Bruno Barbieri si racconta a Masterchef

Bologna, 7 febbraio 2017 - “A cinquant'anni e sblisga continuo a vivere alla Peter Pan”. E' un Bruno Barbieri orgoglioso del suo passato ma già proiettato nel futuro quello che si è raccontato stasera a Masterchef Magazine. Lo chef bolognese, ormai star internazionale di primo livello, ha infatti parlato con passione della sua storia, del suo legame con Bologna e del progetto Fourghetti, che ha aperto i battenti in via Murri lo scorso anno.

“La mia prima grande fortuna è stata vivere l'infanzia a Medicina, mio paese natale, con una nonna contadina che mi ha trasmesso fin da piccolo la passione per i prodotti della mia terra”. Oggi Bruno è diventato grande ma non smette di vivere di cucina e, anzi, fa la spesa personalmente, nei negozi del centro, e vederlo passeggiare al Mercato di Mezzo a un bolognese fa sempre un bell'effetto. “La prima esperienza davvero formativa dal punto di vista professionale è stata quella sulle navi da crociera – ha poi proseguito – anche perché mi ha dato la possibilità di conoscere Igles Corelli”.

Da questo incontro, del resto, è nata la collaborazione che ha portato Barbieri al Trigabolo, il noto ristorante di Argenta che, a partire dal 1981, ha collezionato eccellenze della ristorazione italiana e straniera, “da Pinchiorri e Bottura fino al catalano Ferran Adrià”. Poi sono arrivate le stelle, massimo riconoscimento nel mondo della ristorazione e passaporto necessario per partecipare ai grandi eventi culinari della scena mondiale. Oggi, invece, Bruno Barbieri è concentrato, oltre che sull'amato Masterchef, sul suo Fourghetti e sulla brigata che lo fa girare ogni giorno a pieno regime.

"Non sono mai stato uno chef severo perché credo che la cucina debba assomigliare un po' ad un circo, a patto che a mezzogiorno ogni cosa sia perfetta, in vista dell'arrivo dei clienti”. Parole dolci, poi, sono quelle riservate a Maradona Youssef, scoperto da Barbieri proprio grazie al talent-show di Sky e ora colonna insostituibile del Fourghetti, “dove la gente viene ormai anche per lui”. “Sono passati trent'anni – ha infine concluso il più famoso cittadino di Medicina – ma io, davvero, sono rimasto sempre lo stesso”.