Bolognando, ecco il gioco da tavolo per riscoprire la città / FOTO

L'idea nata da tre giovani amici, Andrea Pastore, Jacopo Zucchelli e Alessandro Roversi

Il tabellone da gioco di Bolognando (Foto Pederzini)

Il tabellone da gioco di Bolognando (Foto Pederzini)

Bologna, 20 dicembre 2017 - “Vivere la città andando, giocando, assaporando Bologna”. Questo il motto di ‘Bolognando’, il primo gioco da tavolo interamente su Bologna ideato e realizzato dalla forza di volontà di tre giovani amici, Andrea Pastore, Jacopo Zucchelli e Alessandro Roversi, creatori della neo società BolognaGames (FOTO). Un gioco da tavolo ispirato a diversi giochi di società che guiderà i partecipanti, massimo 8, in un divertente percorso attraverso la città e le sue peculiarità.

Un ‘appuntamento’ ideale, dunque, per cittadini autoctoni, fuori sede e turisti che vogliano portare a casa un po’ di bolognesità. E quale periodo migliore per presentare il gioco se non il Natale, quando, con parenti e amici, ci si rintana con giochi di società e fette di panettone? Ci siamo fatti raccontare qualcosa dall’ideatore del progetto, Andrea Pastore, torinese di nascita, ma bolognese d’adozione.  

Come è nata l’idea? "Io ho sempre avuto un legame profondo con Bologna e ho, dunque, ideato qualcosa che permetta di racchiudere tutte le particolarità e le bellezze della città. Il progetto è nato a marzo 2017 quando ho proceduto alla stesura del gioco, dopo di che ho deciso di creare una società con Jacopo e Alessandro, i quali mi hanno aiutato davvero tanto a fare pubblicità, marketing diciamo, e a trovare altri aiuti e sponsor. Da solo sarebbe stato un progetto impossibile e irrealizzabile". Come siete passati da un’idea alla scatola pronta? "È stato difficile e impegnativo, ci abbiamo sperato e ce l’abbiamo fatta, soprattutto grazie ai nostri sponsor: Banca di Bologna, il cui marchio è presente nelle banconote da gioco insieme alle quattro statue di Bologna (Minghetti, Ugo Bassi, Galvani e San Petronio), Succede solo a Bologna che ci ha fatto grande pubblicità e dove sono disponibili le copie in vendita, Torre Prendiparte, il cui logo è presente su una delle caselle, RadioBruno, BolognArt e l’Osteria del Cappello, ristorante protagonista di una carta del gioco. Molti amici e non ci hanno, poi, sostenuto già da marzo, agli albori, e ci hanno aiutato grazie ad un crowdfunding per raccogliere i fondi necessari e mancanti". Come si gioca? "Si parte dalla prima casella ‘Andaggna’, su cui si posizionano le pedine, con il tiro dei dadi. In base al punteggio ottenuto dai dadi ci si reca sulla casella del numero corrispondente. A quel punto si può solo sperare. Sono 52 caselle, alcune soste piacevoli, altre meno: se ti fermi in piazza Verdi, ad esempio, dovrai perdere un turno perché ti avranno immancabilmente rubato la ‘biga’. Stessa cosa se capiti al Meloncello, dovrai fermarti un turno per salire e scendere da san Lòcca. Fermo ad alcune caselle ti capiterà di dover pescare tra due mazzi di carte o ‘Eh ban ban’ o ‘Eh mo sorbole’. Sono tanti, anzi continui i riferimenti nel gioco a Bologna, ma non voglio svelare tutti i segreti. Dico solo che ci sarà da divertirsi quando una pedina arriverà al Dall’Ara o al PalaDozza. Ci sono anche le monete, i carlini ovviamente". Dove si può trovare oggi Bolognando? "La prima tiratura era limitata a mille copie. Ne sono rimaste solo qualche decina che si possono trovare da Succede solo a Bologna in via Nazario Sauro 26. Abbiamo avuto un grande riscontro e ne siamo fieri". Quali sono, quindi, i prossimo obiettivi e le speranze? "Speriamo che il gioco piaccia a tal punto da poter fare una seconda tiratura con più copie. Abbiamo avuto richieste di spedire il gioco anche fuori Bologna a Trapani, Parigi e Cambridge, quindi speriamo che questa ‘voglia’ si diffonda sempre più. Tra i nostri obiettivi ci sono far diventare Bolognando la strenna natalizia del 2017 e istigare la nostra curiosità alla ricerca di nuove idee per tanti giochi futuri. Vogliamo riavvicinare le persone di tutte le età alla bellezza dell’analogico, alla magia di riunirsi fisicamente a un tavolo per giocare insieme come quando si era bambini".

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