Bologna, cent'anni dello scoutisimo. Celebrazioni in San Giovanni in Monte

Mostra fotografica e messa nella chiesa in cui era parroco don Emilio Faggioli che fondò il primo reparto bolognese nel 1917

Scout in piazza Maggiore in una foto di repertorio

Scout in piazza Maggiore in una foto di repertorio

Bologna, 27 settembre 2017 - Nel nome del padre. Sarà consacrata alla memoria di don Emilio Faggioli, a partire dalle 16 di sabato 30 settembre, la giornata di celebrazioni dedicata al centenario dello scoutismo cattolico in Emilia-Romagna. La cornice della cerimonia, organizzata da Agesci regionale alla presenza dei rappresentanti del Masci e della Fse, sarà, significativamente, la chiesa di San Giovanni in Monte, dove Faggioli, allora parroco, diede vita, nel 1917, al primo nucleo dell'esperienza scoutista nella nostra regione.

Durante un pomeriggio introdotto da una retrospettiva fotografica e concluso da una funzione religiosa, sarà anche scoperta una targa commemorativa dell'evento, posizionata a fianco di quella che ricorda il 50esimo anniversario, del 1967. Don Faggioli, del resto, fu il primo artefice di un movimento che oggi, in Emilia-Romagna, conta oltre 25mila soci, fra giovani da educare, capi scout e adulti sostenitori.

La scintilla si accese quando il cardinale Giorgio Gusmini gli affidò il compito di studiare e replicare l'esperienza romana dell'Asci, fondata nella capitale, nel 1916, dal conte Mario di Carpegna, e il risultato fu, pochi mesi dopo, la nascita del primo reparto Asci nella sua parrocchia bolognese. In anni durante i quali lo scoutismo cattolico stava ponendo le premesse per il suo roseo futuro, don Faggioli ricoprì, a Bologna, un ruolo fondamentale, di grande ispirazione per l'esperienza di don Minzoni ad Argenta e interrotto solamente dalla cessazione delle attività imposta, tra il 1928 e il 1945, dal regime fascista.

La missione di un prete illuminato, sposata dai suoi successori dopo la guerra, era, nelle sue parole, "preparare i giovani alla vita, formandone il carattere ed educandone il cuore alla carità". A cento anni da allora, questa visione resta quantomai viva.

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