Savigno, tartufo bianco protagonista della Tartufesta 2017

Tre weekend di prelibatezze in una stagione avara di quantità. "Ma la qualità è ottima"

Tartufo protagonista a Savigno

Germogli Ph 12-12-2006 Empoli Le Vedute Degustato tartufo di 790 grammi, della ditta gazzani, premiato alla mostra di San Miniato.

Savigno (Valsamoggia), 4 novembre 2017 - Oggi, a Savigno di Valsamoggia, si alza il sipario sulla 34esima edizione della sagra del tartufo bianco organizzata da Comune, Pro Loco e con la collaborazione delle altre associazioni di volontariato. Continuerà nei due successivi fine settimana con il contorno di intrattenimenti a cominciare dalla mostra delle scenografie realizzate dal maestro Gino Pellegrini.

Tutto è pronto per accogliere il rituale assedio di turisti-buongustai alla ricerca del prelibato tubero sulle numerose bancarelle dei commercianti locali e cucinato con le più svariate ricette ed i brevetti gastronomici. I titolari di ristoranti e trattorie e gli operatori commerciali stanno affrontando una stagione non certo favorevole a causa della prolungata siccità, ma assicurano un prodotto di alta qualità.

Stefano Italia gestisce in via Samoggia la trattoria Lina assieme alla mamma Graziana e alla moglie Barbara: «La situazione dal punto di vista qualitativo della trifola – dice Italia – dovrebbe miigliorare ulteriormente in questi giorni con il rinnovo della luna; per quanto riguarda la nostra cucina, proponiamo un menu al tartufo bianco, uno al nero ed un terzo generico. Come novità porteremo in tavola un cordonetto al torchio, una specie di spaghetto che piace molto al posto della crespella, poi le tradizionali tagliatelle, le lasagne e il tortino di patate» aggiunge Stefano, mentre Luigi Dattilo, titolare dell’azienda Appennino Food Group spiega: «Abbiamo a che fare con una stagione particolare, ecco perché i prezzi sono aumentati, ma per un prodotto così esclusivo, pensiamo che si possano spendere, bisogna insomma trovare una via di mezzo».

La pensa come Dattilo, il macellaio Guido Mongiorgi a capo di un ristoratino già esaurito per le tre domeniche. «E’ vero che i prezzi non sono stati mai così alti – spiega Mongiorgi – ma se lavori bene, la qualità paga e di conseguenza pensiamo che i visitatori, con dieci grammi di tartufo, si possano cavare la voglia, magari rinunciando a qualche altro acquisto».

Infine il salumiere Luciano Mazzini sottolinea: «Mai vissuta una stagione così avara, ci consola il fatto che la qualità dei tartufi è ottima e quindi siamo in grado di consegnare alla nostra tradizionale clientela un prodotto superlativo – garantisce Mazzini – abbinato come al solito alla salsiccia, alle cotolette, pasta fresca e via dicendo».

Nonostante i problemi illustrati dagli operatori, in Valsamoggia si sta lavorando sodo per consolidare il ruolo di Savigno come capitale del tartufo, che non teme la concorrenza di più blasonate località come Alba e Acqualagna.

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