La creatività è d'obbligo

Bologna, 26 novembre 2014 - La democrazia rappresentativa è in crisi perché si risolve spesso nel chiedere ai cittadini la delega a governare senza coinvolgerli nel governo della cosa pubblica quindi l’elezione diventa il solo momento in cui i cittadini hanno la possibilità di dire che cosa pensano. Nel 2013 la disaffezione verso la politica ha premiato il Movimento 5 Stelle, alle elezioni europee è stata dimensionata dal referendum su Grillo e Renzi, a queste elezioni la maggioranza dei cittadini si è finalmente sentita libera di urlare ciò che da tempo pensava attraverso i rifiuto del voto. Una parte degli astenuti ha chiaro che la Regione costa molto, che gli eletti non hanno il senso della cosa pubblica, che la legislatura è stata interrotta ma non ha chiaro a che cosa serva.

L'astensione ha però penalizzato anche il partito di maggioranza e di governo. Il disorientamento verso un partito, il Pd, sempre a metà del guado, con una classe dirigente modesta che si perde nella contemplazione autoreferenziale della propria appartenenza ai renziani della prima ora, ai renziani e postrenziani, ai giovani turchi, alla ditta e così via. Il contrasto tra Pd, Cgil, Fiom non propone nessuna credibile alternativa a sinistra. Le primarie partite con la candidatura al 50% di Bonaccini e prolungate in una stanca campagna elettorale che, paradossalmente, è stata resa visibile dal solo Salvini che con la sua felpa elettorale è rimbalzato da una televisione all'altra. Per recuperare gli astenuti Bonaccini dovrà mostrare qualità di leadership scegliendo una squadra competente e, anche moralmente, credibile; innovare radicalmente il modello emiliano, fare discendere le scelte da una visione del futuro che giustifichi l'esistenza della Regione e coinvolga i cittadini. La politica è costretta ad essere creativa: risolvere i problemi con soluzioni fuori dalla routine e inclusive.

* Massmediologo