Il crocifisso con falce e martello una nota stonata

Bologna, 4 agosto 2015 - In Italia e nei Paesi sovietici la Chiesa cattolica fu perseguitata. Per questo al Papa non verrebbe mai in mente di andare in giro con crocifissi e falce e martello. Ma in America latina, preti e vescovi che difendevano gli indios da spietati governi sedicenti cristiani, sono stati torturati e uccisi e accusati di comunismo, come Romero. A questi il Papa ha voluto rendere onore.  Zelina Gualandi, Bologna

risponde Beppe Boni, vicedirettore de il Resto del Carlino

La sua opinione ci porta su un terreno spinoso e irto di insidie. Il crocifisso, opera del gesuita Espinal ucciso dalla dittatura, è stato donato dal presidente boliviano Morales al Pontefice il quale ha detto di non sentirsi offeso. Papa Francesco nella sua grandezza ha accettato col sorriso, forse anche per un aspetto diplomatico. Molti cattolici però hanno la stessa libertà di pensare che un crocifisso con falce martello può offendere la loro sensibilità. Chi ha sbagliato è stato il presidente boliviano che ha omaggiato il Pontefice, ma ha fatto un torto a molti cattolici. E’ un dono che assomiglia più a una provocazione che ad un gesto di conciliazione. Falce - martello e crocifisso sono simboli che rappresentano due mondi molti diversi, sostanzialmente opposti. Vanno rispettati entrambi, ma metterli insieme è una nota stonata.

beppe.boni@ilcarlino.net

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro