Bologna, 13 luglio 2010 - NON TUTTI sono contenti come la signora Silvana, leccese, spesso in città per la figlia che vive qui. «Io tanto cammino sempre a piedi, Bologna è bella così». Via San Vitale, giorno della grande chiusura. La rete è già posizionata a sbarrare i portici, una ruspa e un camion sono un’avvisaglia di quanto succederà prossimamente, due vigili spaesati stanno all’ombra della Porta e ammettono: «Pochissimi dei cittadini che arrivano al varco in macchina sono informati della chiusura. Forse non leggono i giornali».
 

COSÌ, nella principale e più trafficata via di accesso al centro storico, fino al termine del cantiere per il Civis, transitano solo i pedoni. No ai ‘bestioni arancioni’, in attesa del ‘bestione col filo’, detto anche ‘bombolone’. Il Civis del futuro, intanto, fa arrabbiare.


Ed è molto su di giri Fabrizio
Carella (figlio di Daniele), dell’edicola della Porta: «Speravamo in una piazzola per i nostri clienti, qui alla Porta, invece non l’hanno predisposta. Così neanche i passanti possono fermarsi a comprare il giornale». E Patrizia Venturi dell’omonima lavasecco — una delle più arrabbiate della San Vitale bassa — racconta: «I vigili non hanno consentito ai miei clienti di sostare con le quattro frecce alla Porta. Così, poco fa, ho perso due clienti, chissà se torneranno».

La chiusura — contestatissima dalla gran parte dei commercianti — è arrivata ieri mattina, intorno alle 8,30. E c’è chi, come Mubashar Alì, pachistano, del bar stuzzicheria ‘Il Rifugio di San Vitale’, proprio non sa come fare. «Io pago 2.350 euro di affitto al mese, più le bollette e tutto il resto. Ecco, che il Comune ci paghi almeno le spese fisse, proprio non so dove sbattere la testa». Eccezione, almeno in questo primo tratto della strada, Valeria Gavagna, del negozio etnico ‘Samarcanda’. «Per me non sarà un grosso problema, questa mattina per esempio non mi sono fermata un momento per il gran lavoro. Se non c’è traffico veicolare la gente passeggia più allegramente».
 

E SE c’è chi non sa nulla o quasi del Civis, come la signora Italia De Novellis — «Stanno rifacendo la strada, no? E poi fa bene andare a piedi» — c’è anche chi pare un po’ rassegnato, come Massimo Cocchi, del ‘Max Caffè’. «Il manto era da mettere a posto. I disagi saranno dovuti soprattutto alla polvere, per la quale non potrò tenere la pedana sotto il portico. Vuol dire che chiuderò subito dopo pranzo, se non sarò costretto a chiudere del tutto». Bianca Aicardi, della farmacia all’angolo con via Petroni, avverte circa un altro problema: «Come faranno i miei clienti anziani, che devono venire a prendere le medicine in macchina? E come faremo senza tutti questi parcheggi?». Infine, è Valentina Zagni, che lavora nella zona, a riassumere gli umori di una strada quasi intera: «Questo Civis? Proprio non mi piace. E sta già creando danni».
 

MA NON SOLO i commercianti e la gente comune a contestare il Civis (causa reale della chiusura della strada). Il consigliere regionale dell’Idv Franco Grillini apre una questione politica non di poco conto nel centrosinistra e chiede fin da ora alla futura amministrazione comunale «di tornare indietro sull’infrastruttura, chiudendo una vicenda kafkiana e demenziale». Anzi, ad aleggiare c’è persino l’ipotesi di una battaglia Idv alle primarie per il candidato sindaco. «La mia candidatura ora non esiste — chiarisce Grillini — ma se ci dovesse essere sarà contro il Civis. Bisogna rendersi conto che la gente non lo vuole».


Infine, l’Atc segnala un gesto vandalico: nel fine settimana sono stati strappati tutti i foglietti con le informazioni sulle deviazioni dei bus che l’azienda aveva affisso in via San Vitale e in via Indipendenza. Ieri sono state sostituite ma il gesto ha avuto il solo risultato di danneggiare chi aveva bisogno di girare in autobus.