Bologna, 24 luglio 2010- SI SFOGA: «C’è un problema di inciviltà. Quello che mi fa rabbia davvero di Bologna sono i graffiti. Non li accetto e non li accetterò mai».
 

Anna Maria Cancellieri ha appena finito il tour tra Navile e San Donato con la Lega nord che gliel’aveva chiesto e il Pd, che si è aggregato dopo. «Io ascolto tutti», è ecumenica. Ultima tappa il parcheggio di via Manifattura. Cancellieri scende dall’auto, qui c’è il solito viavai. E’ giovedì sera, sono le dieci e mezzo. La giornata è stata assai laboriosa, alle sette del mattino il commissario era già al Caab. Cancellieri vede il fotografo, che era lì come lei, e solidarizza: «Ma quanto lavora!».
 

POI SI LASCIA andare sui graffiti, si capisce che quella battaglia le sta proprio a cuore. «La stiamo facendo con il ‘Carlino’», dà un riconoscimento all’impegno del nostro giornale. Risponde piccata a chi l’aveva criticata, su questo: «Mi dicono: c’è ben altro, queste sono fesserie. Ma quali fesserie. Ripulire la città è una cosa importante. Bologna è così bella!».

Poi si rivolge a Lucia Borgonzoni della Lega e al segretario del Pd al Navile, Antonio Monachetti: «Arrabbiatevi, voi che siete bolognesi. Non fate arrabbiare solo me, che non c’entro niente. Qualcuno comincia a dirmi che i risultati si vedono. Anche piazza Aldrovandi ha un altro aspetto. Se insistiamo tutti… E poi non è vero che mi occupo solo di questo. Io mi occupo di tante cose».
 

Tra i più critici, ultimamente, il presidente di Granarolo e Legacoop, Gianpiero Calzolari. L’ultima critica era stata la sua. Dichiarazione che aiuta sicuramente il Pd.
 

CANCELLIERI torna a spiegare che non ha alcuna intenzione di candidarsi a sindaco. Poi ‘difende’ la politica: «Ci vuole, la città ha bisogno anche di un progetto politico». Intanto si è appena lanciata su una nuova campagna, prima di tutto culturale: dare battaglia a chi usa le strade come bagni a cielo aperto.
 

Non le pare ci sia l’idea che a Bologna si possa fare tutto? Si ritrae, come sempre quando si tratta di dover dare un giudizio non da tecnico. Invece Matteo Piantedosi, subcommissario anche alla Sicurezza, praticamente bolognese, annuisce e scatta: «Ah, questo sì!».