Bologna, 27 luglio 2010. Alla luce delle ultime rivelazioni del presidente dell’Istituto di vulcanologia e geofisica, Enzo Boschi, sul Civis adesso “bisogna mettere da parte la politica e aprire un serio discorso tecnico-scientifico”. Serve cioé’ “una consulenza tecnica alla luce del sole” per capire i danni che il tram potrebbe provocare al centro storico di Bologna. Oltre a ciò, “va ripensato il piano del traffico, vanno tolti anche i ‘bisonti’, gli autobus snodati, dal percorso di Strada Maggiore e via san Vitale e va presa in considerazione la possibilita’ di pedonalizzare una parte piu’ ampia della città”. Il tutto creando parcheggi e recuperando il decoro urbano. Il grande detrattore del Civis e consigliere regionale della Lega Nord, Manes Bernardini, oggi in una conferenza stampa convocata assieme all’urbanista Pierluigi Cervellati e a Delisa Merli, gia’ attivista de L’altra informazione, prende la palla al balzo dell’allarme di Boschi per affossare definitivamente il progetto.

“Ora vogliamo sapere esattamente a quanto ammonterebbero le penali se il percorso dell’opera fosse cambiato, perché’ il costo dei danni che provocherebbe e’ sicuramente superiore”. Non fare piu’ il Civis, “non e’ piu’ pensabile”, aggiunge il leghista, ma “il tracciato si puo’ modificare” e la Lega Nord e’ pronta a mettere a disposizione i propri tecnici per avviare il discorso.

Con Bernardini c’è Cervellati, che sul giudizio di Boschi metterebbe la mano sul fuoco: “Per quanto mi riguarda si potrebbe anche non chiedere nessuna altra opinione, perche’ lui e’ un genio della statica”. In realta’, per Cervellati resta solo una cosa da fare, cioe’ chiudere il triangolo via San Vitale, Strada Maggiore e via Rizzoli al traffico, con la realizzazione di un nuovo “e vero piano del traffico, cosa che a Bologna nessuno ha fatto negli ultimi 15-20 anni”. Invece di fare piccoli progetti “giusto per far lavorare qualcuno” e invece di “’singaporizzare’ la citta’, come va di moda oggi tra i progettisti”, e’ necessario ripensare globalmente l’organizzazione del traffico a Bologna.

Le Due torri, prosegue, “non possono essere usate cone spartitraffico, e se fosse vero che non sono a rischio, come dicono alcuni, allora mi chiedo perche’ dopo il 2000 sono stati fatti altri lavori di consolidamento”. E poi, si chiede Cervellati, “chi ha fatto la valutazione di impatto ambientale?”, e ancora: “Quanto costerebbe l’asfalto che assorbe le vibrazioni?”. La pedonalizzazione, peraltro, potrebbe servire anche per riqualificare anche altre zone del centro, che invece al momento “respinge i turisti”. Un tesi, questa, ripresa anche da Merli, che parla di Bologna come di una citta’ che ormai si caratterizza solo “per le cacche di cani e il puzzo di urina”

IL TERRENO DI BOLOGNA 'SPROFONDA'

Il suolo di Bologna è instabile, ogni anno si abbassa da qualche millimetro a qualche centimetro, con una media stimabile tra i 2 e i 3 centimetri l’anno. Nell’area delle Torri degli Asinelli e Garisenda, ad esempio, i movimenti misurati sono di 1-1,4 centimetri l’anno. Per questo ieri il direttore dell’Istituto nazionale geofisica e vulcanologia Enzo Boschi ha lanciato l’allarme sul progetto Civis, la nuova linea di filobus che attraverserà il capoluogo emiliano e che per Boschi potrebbe causare il danneggiamento o addirittura il crollo di alcuni edifici storici. Torri comprese.

L’Ingv ricorda in una nota che il problema della subsidenza (appunto il fenomeno geologico dell’abbassamento del suolo) nella città di Bologna è noto da molti anni: è stato misurato, ad esempio, grazie ad una rete di capisaldi di livellazione presenti in tutta la città e che registrano deformazioni verticali da qualche millimetro fino ad alcuni centimetri l’anno.

Nel 2007 i ricercatori dell’Ingv hanno pubblicato sulla rivista internazionale ‘Remote Sensing of Environment’ i risultati di uno studio condotto su Bologna per misurare l’abbassamento del terreno e degli edifici. Già in passato sono stati condotti studi analoghi che hanno evidenziato un fenomeno di subsidenza attivo da tempo in città e peraltro di un certo rilievo. A differenza dei precedenti studi, che erano basati su campagne di livellazioni a terra, quello dell’Ingv ha invece usufruito di nuove tecniche di osservazione della Terra da satellite: immagini satellitari sono state acquisite dai satelliti dell’Agenzia spaziale europea che dispongono di particolari sensori radar denominati SAR (Radar ad Apertura Sintetica). Tali strumenti di osservazione consentono di misurare spostamenti del suolo e degli edifici con elevatissima precisione, valutata nell’ordine di 2 millimetri l’anno.

 I ricercatori dell’Ingv hanno applicato a queste immagini una particolare tecnica di trattamento, nota come Interferometria Sar (InSAR) multitemporale, che ha prodotto una immagine degli spostamenti medi del suolo su tutta l’area urbana di Bologna. Il risultato ha evidenziato con chiarezza un generale abbassamento con velocità comprese tra 3-10 mm l’anno nella parte più antica della città, fino a raggiungere punte di 4-5 centimetri l’anno nella periferia nord della città, dove comunque l’abbassamento medio è stimabile tra i 2 e i 3 centimetri l’anno. Nell’area delle Torri degli Asinelli i movimenti misurati, come confermato anche dai dati di livellazione, sono nell’ordine di 1-1,4 centimetri l’anno.

Il fenomeno si intensifica gradualmente spostandosi da sud a nord e non sembra presentare aree interessate da valori di abbassamento che si discostano troppo dal trend complessivo. Per quanto riguarda le cause esse sono da ascrivere principalmente alla estrazione di acqua, ed in generale di fluidi, dal sottosuolo urbano. Ciò determina la compattazione dei sedimenti sottostanti e il conseguente abbassamento.

Per l’Ingv è opportuno evidenziare che la subsidenza urbana è un fenomeno registrato in diverse città grandi e piccole, sebbene con caratteristiche diverse in termini di intensità del fenomeno. Spesso sono solamente alcune zone che risultano affette da tali abbassamenti. I dati a disposizione dell’Ingv dimostrano che a Bologna la subsidenza prosegue senza rallentamenti negli anni.