Bologna, 2 agosto 2010. Il ricordo di quel giorno tragico è ancora vivo. Ma “Bologna ha saputo reagire con un forte impegno morale difendendo la sua storia sempre con gli strumenti della democrazia”. Lo ha sottolineato il commissario straordinario Anna Maria Cancellieri, introducendo, nella sala del Consiglio, la cerimonia per il trentennale della strage alla stazione di Bologna. Una cerimonia senza ministri o sottosegretari, alla quale hanno preso i familiari delle vittime e le alte autorità cittadine. A rappresentare il governo, è stato il prefetto Angelo Tranfaglia.

Una cerimonia senza i fischi che avevano caratterizzato gli ultimi anni. Una cerimonia che ha avuto anche momenti di silenzio e particolare intensità, come la lettura del messaggio del presidente della Repubblica giorgio Napolitano, che ha esortato a "contribuire con ogni sforzo a colmare persistenti lacune e ambuguità sulle trame e le complicità sottese a quel terribile episodio"

LA CERIMONIA IN COMUNE

La giornata è iniziata presto, alle 6.30, con l'arrivo alla Montagnola delle staffette podistiche da tutta Italia. Un'iniziativa che si rinnova, 'per non dimenticare'. Poi dalle 8.30 la celebrazione si è spostata in Municipio. In sala Rossa il commissario Anna Maria Cancellieri ha incontrato i familiari delle vittime (più di duecento quest'anno), presenti a Bologna per la cerimonia.

Poi in sala del Consiglio ha tenuto un breve discorso. “In quel periodo ero funzionario della prefettura di Milano – ha ricordato -, ho avuto la sensazione che quell'evento potesse minare le sorti stesse della Repubblica. Bologna ha saputo reagire per la civiltà della sua gente e soprattutto con un forte impegno morale, ha difeso la sua storia, ha preteso giustizia ma sempre in modo civile. Bologna ha tenuto con fermezza e forte senso morale – ha aggiunto Anna Maria Cancellieri -. E' questo il motivo per cui oggi, trent'anni dopo, siamo ancora tutti qui. E' questa la risposta della città è la prova che la democrazia ha vinto”.

“Bisogna vaccinare il popolo perché non accada più”: il commissario straordinario Anna Maria Cancellieri si rivolge ai giovani perché tramandino la memoria della bomba che trent’anni fa distrusse la stazione. Una violenza “talmente cieca e assurda che è difficile farsene una ragione”

IL PREFETTO E LE AUTORITA'

Poi ha preso la parola il prefetto Angelo Tranfaglia a nome del governo, ha ricordato la tutela della memoria, che è il cuore di questa commemorazione. Il prefetto ha parlato di una città ‘’che reagì con generosa prontezza e diede prova di un alto senso di civiltà". ''I fischi non ci dovrebbero essere mai. Mi auguro che questa sia una giornata tutta tesa a questo obiettivo'', ha detto, alludendo alle contestazioni che negli anni hanno accolto i ministri sul palco nel piazzale della stazione.

In Consiglio un breve saluto anche da Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione familiari delle vittime. "Il governo ha deciso di farsi rappresentare dal prefetto. Decisione di cui prendiamo atto. Ieri nell’elaborare il discorso ufficiale abbiamo deciso di mettere mezza riga sull’argomento. In modo che non sia che dal discorso ufficiale vengano fuori polemiche e che da stasera non si parli di domande che facciamo da trent’anni e per cui non abbiamo avuto risposte’’

Presenti alla cerimonia numerose autorità, fra cui parlamentari del Pd e del Pdl, il presidente della Regione Errani ("Il governo doveva esserci ed è un errore che qui non sia rappresentato da un ministro - ha rimarcato -. Era un omaggio a questa straordinaria città, che ha saputo sempre interpretare questo rapporto tra memoria e costruzione della democrazia"), la presidente della Provincia Draghetti, Mauro Moretti delle Ferrovie dello Stato.

C'erano anche Agnese Moro, figlia dell'onorevole assassinato dalle Br ("Oggi qui c'è chi ha a cuore il popolo italiano", ha detto) e Marco, figlio del giudice Alessandrini. Anche loro hanno sugli abiti la gerbera bianca, simbolo dei parenti delle 85 vittime della strage. Presente anche Pierluigi Bersani, segretario nazionale del Pd: "L'assenza del governo non può essere accettata. Speravo ci ripensassero - è stata la sua dichiarazione - . Il governo deve guardare la gente negli occhi".

IL CORTEO VERSO LA STAZIONE

La celebrazione è continuata con il corteo che dal Palazzo Comunale si muove verso la stazione. Con lo storico striscione 'Bologna non dimentica', e decine e decine di gonfaloni delle amministrazioni pubbliche, il corteo si è mosso lungo via Indipendenza.

In corteo anche 85 persone con al collo un cartello con il nome di una delle 85 vittime. E' un'iniziativa dei 'vendoliani' di Bologna: ''Volevamo rendere concrete le vittime e farle camminare con le loro gambe''. Il corteo è particolarmente numeroso, come forse non è mai stato negli ultimi anni. Al passaggio del primo striscione e del gruppo dei parenti delle vittime, con le gerbere appuntate sugli abiti, la gente ai lati della strada applaude commossa.

IL RICORDO ALLA STAZIONE, IL MESSAGGIO DEL CAPO DELLO STATO

Poco dopo le 10, il corteo è arrivato alla stazione. C'era talmente tanta gente che piazza Medaglie d'oro non riusciva a contenerla tutta. Sul palco, come annunciato, anche due ragazze di trent'anni, Camilla Andreini e Rossana Zuffa, quindi nate proprio nell'anno della strage. A turno, alternandosi al microfono, hanno letto uno per uno i nomi delle 85 vittime della strage della stazione. La lettura è stata accompagnata da un silenzio quasi irreale, un segno di rispetto e di emozione. Proprio in questo stesso luogo, dal 2001 in poi, ogni anno, si levavano bordate di fischi nei confronti dei rappresentanti del governo sul palco. Al termine dell'elenco, un lungo applauso, di oltre due minuti.

Arrivano le 10.25, l'ora della strage. I tre fischi dei locomotori e poi il minuto di silenzio in onore delle vittime. Al termine, un altro applauso. La commozione, il ricordo, il dolore. Poi è stato letto il messaggio del presidente della Repubblica. Il Capo dello Stato auspica che “i magistrati e tutte le istituzioni” contribuiscano “con ogni ulteriore possibile sforzo a colmare persistenti lacune e ambiguità sulle trame e le complicità sottese” alla strage di Bologna. In occasione del 2 agosto sono arrivati anche i messaggi dei presidenti del Senato e della Camera.

PARLA PAOLO BOLOGNESI, PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE FAMILIARI

Nei prossimi mesi, l’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna darà il suo contributo ai magistrati sulle indagini per scoprire i mandanti dell’attentato del 2 agosto 1980. Lo ha promesso Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, nel suo discorso pronunciato questa mattina dal palco davanti alla stazione di Bologna in occasione della commemorazione per il trentennale della strage. “L’associazione è vigile - afferma Bolognesi -: tante verità nascoste in passato stanno emergendo sulla base di nuove indagini e nuovi processi ad esempio a Brescia. Il nostro impegno e il nostro contributo verranno forniti nei prossimi mesi ai magistrati di Bologna”.

Bolognesi ha detto che "in questo Paese c'è un grumo cancerogeno che ha attraversato trent'anni di storia". E per i neofascisti, esecutori della strage, ci sono state "condanne scontate a prezzi di saldo"

Del resto, ha insistito Bolognesi, “l’associazione è convinta che anche la pista internazionale messa a disposizione dalla commissione Mitrokhin subirà lo stesso misero esito delle precedenti piste” alternative. “A questo punto sarà necessario che la Procura di Bologna riprenda le indagini sui mandanti per colpirli come meritano”, afferma Bolognesi. Già nei giorni scorsi il procuratore Alfonso aveva annunciato che la Procura continuerà a indagare 'fino in fondo'

"L’assenza oggi del governo alla cerimonia per i 30 anni dalla strage di Bologna conferma una disattenzione “nei confronti delle vittime dei governi che si sono succeduti dal 2004", ha detto Bolognesi. “Dopo sei anni - dice nel suo intervento Bolognesi - dobbiamo constatare se la legge 206/94 (sul segreto di Stato, ndr) non è ancora in gran parte applicata, dalla sua approvazione ad oggi sono stati approvati dal Parlamento tre ordini del giorno che impegnavano il governo in carica ad attuarla completamente senza nessun risultato”.

"All’inizio di questa legislatura - ha aggiunto - abbiamo avuto le rassicurazione e le promesse del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, del sottosegretario Gianni Letta, del ministri della Giustizia Angelino Alfano, del ministro dell’Interno Roberto Maroni, ma nulla è stato fatto, la legge è ancora in gran parte inattuata, la delusione dei familiari delle vittime è grande”. Questo, secondo il presidente dell’associazione, “dà la misura della mancata doverosa attenzione, nei confronti delle vittime, dei governi che si sono succeduti dal 2004. L’assenza del governo, oggi, ne è la conferma”

Quando Bolognesi ha letto la frase "Nulla e' stato fatto", dalla piazza si è sentito qualche leggero fischio.

LA VISITA ALLA SALA D'ATTESA

Verso le 11, la manifestazione è arrivata alla conclusione. Le autorità e i familiari hanno fatto visita alla sala d'attesa della stazione, dove era stata collocata la bomba. Qui c'è la memoria dello squarcio e c'è la lapide con i nomi delle vittime che diventerà patrimonio dell'Unesco. Sono state depositate corone al cippo che ricorda il sacrificio del ferroviere Silver Sirotti deceduto nella strage del treno Italicus. Alle 11.15, dal piazzale Est è partito un treno straordinario per San Benedetto Val di Sambro, in ricordo delle vittime degli attentati ai treni Italicus e 904 Napoli-Milano.

A TERRA PER IL FLASHMOB

Al termine della cerimonia, c'è stato anche un momento 'visivo' molto particolare, un flashmob: 85 persone, tante quante le vittime, si sono sdraiate per terra e sono rimaste immobili per un minuto.

LA MESSA CELEBRATA DAL VESCOVO

Alle 11.15, nella chiesa di San Benedetto, il vescovo ausiliare Ernesto Vecchi ha celebrato la Messa in memoria delle vittime. E nella sua omelia ha sottolineato che "la dialettica sociale, che puntualmente anima il dibattito cittadino e nazionale, rimane sterile, perché prigioniera dei preconcetti di parte e non riesce – e talvolta non vuole – fare fronte comune per affiancare, in serenità di spirito, quanti hanno il compito istituzionale di cercare la verità"

IN SERATA IL CONCERTO IN PIAZZA

Le celebrazioni si concludono in serata, in piazza Maggiore alle 21.15, attraverso la musica dei vincitori del concorso internazionale di composizione '2 Agosto', con l'Orchestra del Teatro Comunale e il direttore Riccardo Ceni sul podio. Al concerto parteciperà anche l'attore e regista Pippo Delbono che darà voce alla memoria sulle note del brano 'Non devi dimenticare' composto da Ennio Morricone.