Bologna, 3 agosto 2010 - Vietato parlare con le ‘lucciole’, fermarsi nei paraggi, appartarsi con loro o anche solo dargli un passaggio. Lo prevede la nuova ordinanza emanata dal Comune di Zola Predosa, in provincia di Bologna, già in passato in prima linea contro la lotta alla prostituzione.

Nei giorni scorsi, il sindaco Stefano Fiorini ha firmato una nuova ordinanza, ancora più rigorosa della precedente (entrata in vigore alla fine di settembre 2009): questa volta, si fa “divieto a chiunque di contrattare o concordare prestazioni sessuali a pagamento oppure di intrattenersi con soggetti che esercitano attività di meretricio sulla pubblica via delle aree residenziali e sedi di attività produttive del Comune di Zola Predosa”.

Segue un elenco di 32 vie cittadine in cui vige l’ordinanza, che si articola in una lunga serie di divieti, da quello di fermarsi con l’auto a quello di “prendere contatti verbali” con le lucciole. Fiorini motiva la stretta, definita “indispensabile” nell’ordinanza, con motivi di sicurezza urbana, stradale e anche di incolumità pubblica.

Non solo “l’attività di meretricio spesso si intreccia con diverse attività criminose connesse”, ma i “comportamenti imprudenti e imprevedibili di coloro che sono alla ricerca di prestazioni sessuali a pagamento” possono essere “pericolo per la circolazione e causa di incidenti stradali”, in particolare su via Rigosa e via Roma.

Il “decoro e la decenza urbana” vanno salvaguardati da “atteggiamenti e abbigliamento dei soggetti interessati all’attivita’ di meretricio”, che “offendono la pubblica sensibilita’”. La prostituzione limita infine “il libero utilizzo degli spazi pubblici” e mette a rischio “igiene e sanita’ pubblica”: lo provano i “rifiuti e residui organici” presenti nelle zone interessate dal fenomeno.

Se da un lato l’ordinanza vieta di “contrattare prestazioni sessuali”, dall’altro lato non autorizza “comportamenti che per l’atteggiamento o l’abbigliamento manifestino inequivocabilmente l’intenzione di adescare o esercitare l’attivita’ di meretricio di offendere la pubblica decenza”. Insomma, se i clienti non potranno più parlare alle prostitute, queste ultime a loro volta (oltre a non poter piu’ indossare abiti succinti) non potranno “ostacolare il transito dei veicoli”, ne’ “prendere contatti verbali con i conducenti”.


Ma c’è di più: non potranno “salire a bordo dei veicoli” che si fermano nei paraggi, né “scendere dai veicoli” con cui sono giunte nel luogo di stazionamento. Fanno eccezione, a questo proposito, i “mezzi di trasporto pubblico di cui abbiano correttamente fruito”.


Ai ‘clienti’, invece, è vietato “effettuare manovre di fermata in prossimità di persone che esercitano attività di meretricio”, parlare con loro, farle salire a bordo e accompagnarle nei “luoghi abituali di stazionamento”. Inoltre, si legge ancora nell’ordinanza, “è vietato intrattenersi e appartarsi su qualsiasi parte del territorio del Comune di Zola Predosa”. Chi viene sorpreso a trasgredire l’ordinanza (data 30 luglio e immediatamente esecutiva), va incontro a una “sanzione amministrativa pecuniaria per la quale è consentito il pagamento in misura ridotta di 300 euro”. Questo non esime chi viene trovato in flagranza dalle sanzioni penali e amministrative previste dalla legge.


In una nota, l’amministrazione si esprime così sulla novita’: “Ancora una volta il Comune, dopo una attenta lettura della situazione del territorio, interpreta positivamente quanto espresso dalla cittadinanza e si attiva, con i mezzi che la legge consente, per dare risposte univoche, ferme e decise”.