Bologna, 4 agosto 2010. Un attentato incendiario è stato compiuto nella notte contro la sede del Centro di cultura islamica di Bologna, in via Pallavicini, dove si trova anche la moschea di Bologna.

Lo hanno reso noto i responsabili del Centro di Cultura islamica bolognese, che gestisce il luogo di culto islamico di via Pallavicini

Gli attentatori sarebbero entrati nel complesso dopo aver tagliato un tratto di recinzione con un paio di cesoie. Poi, hanno lanciato un sasso contro il vetro sulla sommità di una porta di sicurezza, e hanno lanciato all'interno un oggetto incendiario che ha appiccato il fuoco. Le fiamme hanno danneggiato tre sedie e una poltrona, il fumo ha annerito l'intera stanza. Le fiamme si sono poi estinte da sole.

La Polizia scientifica ha avviato le indagini eseguendo un sopralluogo per comprendere meglio la dinamica dell'episodio. L'attentato al momento non è stato rivendicato.

 Il Centro di Cultura islamica denuncia l’episodio in una nota parlando di «gravissima intimidazione» e chiede che "venga fatta al più presto piena luce sull’episodio". Al contempo rivolge un appello alle istituzioni affinchè "venga stroncata sul nascere una strategia criminale tendente ad avvelenare le reazioni tra la comunità islamica e la città".

"In questo inizio di agosto, che prelude all’inizio del mese di Ramadan, i musulmani di Bologna ribadiscono la loro attitudine pacifica e dialogante e sollecitano iniziative di solidarietà da parte della società civile".

 LE REAZIONI

 “Non abbiamo mai avuto problemi con nessuno, neanche quando stavamo in via San Vitale 82, in pieno centro. Ora siamo qui in campagna e non diamo fastidio a nessuno. Chi ha agito cosi’ ha agito da vigliacco”. Così Radwan Altounji, presidente del Centro di cultura islamica di Bologna, colpito nella notte da un raid incendiario, che ha danneggiato la stanza della direzione.

“La Polizia ha portato via cocci di bottiglie diversi da quelli della porta di emergenza rotta, ci hanno detto che probabilmente si tratta di molotov lanciate attraverso il buco nel vetro” dice Altounji, che “ringrazia Dio perché il danno poteva essere molto piu’ grande”.

 Il raid, ragiona Altounji, è stato compiuto dopo il temporale, “indicativamente tra le 5 e le 6 di stamattina”.
Questo lo si deduce dal fatto che le orme nel fango del campo sono ben definite. Altounji non sa spiegarsi l’accaduto: “Siamo sempre stati civili, non abbiamo mai fatto richieste in maniera violenta. E’ un danno totalmente inutile, rispetto piu’ un ladro di chi ha fatto questo, almeno lo fa per un motivo”.

Dopo aver saputo dell'attentato incendiario di questa notte al Centro di cultura islamico di via Pallavicini, il rabbino capo di Bologna Alberto Sermoneta, e il presidente della Comunità ebraica bolognese, Guido Ottolenghi, hanno espresso la loro vicinanza alla comunità islamica dell'Ucoii.

"Conosciamo bene il senso di rabbia e ingiustizia che si prova davanti a questi episodi, che non sono altro che atti criminali", commentano Sermoneta e Ottolenghi. Alla condanna di questo episodio si unisce anche la voce di Rete Laica Bologna.

Per quanto riguarda le voci dalla politica, Lucia Borgonzoni capogruppo della Lega Nord alla provincia di Bologna afferma: "L'episodio va condannato, noi siamo i primi che subiamo attentati del genere e non possiamo che condannare questo, come tutti gli altri atti di intolleranza che vengono commessi in questa città". Tuttavia non condivide la tesi della strategia criminale tesa ad avvelenare i rapporti, tra la comunità e la città, sostenuta dal vicepresidente del centro Mohamed Parracino, concludendo "Il raid non è stato rivendicato. Potrebbe essere anche solo opera di qualche pazzo isolato".

Intanto Luca Rizzo Nervo, coordinatore esecutivo del Pd di Bologna sottolinea: "Si tratta di un fatto che non va sottovalutato e ci impone di tenere alta la guardia, di fronte a episodi di violenta intolleranza".