Bologna, 12 settembre 2010. CHIEDERE il risarcimento dei danni agli autori di graffiti e tags su muri e serrande, procedere alla querela nei confronti dei writers, essere riconosciuta come parte offesa nei processi che verranno svolti contro gli autori di scritte e scarabocchi che infestano la città.

 Il giorno dopo la scoperta che un anonimo hacker bolognese, semplicemente incrociando foto e riferimenti su alcuni dei principali siti Internet (Facebook, MySpace, Flickr...), è riuscito a individuare chi si cela dietro alcune delle tags più presenti sui muri di Bologna (Broda, Duffin, Leon, Nemo, Qes), Ascom rilancia la propria lotta contro i graffiti.

 E lo fa, questa volta, non prendendo in mano vernici e pennello come ha fatto negli ultimi mesi, ma affidandosi alla legge e alla giurisprudenza. Forte anche del dossier sui cinque graffittari ‘stanati’ via web che il presidente del movimento civico ‘Bologna Capitale’, Daniele Corticelli, ha consegnato venerdì in Questura agli uomini della Digos.

«CON i nostri avvocati — dice Giancarlo Tonelli, direttore generale dell’associazione di Strada Maggiore —, e con il presidente Enrico Postacchini, stiamo valutando quali vie legali intraprendere. Considerati gli ultimi sviluppi, si apre la possibilità di unire la campagna sui graffiti dal punto di vista culturale, fatta di operazioni di pulizia e manutenzione, con quella legale».

Obiettivo delle mosse che, nelle prossime settimane, verranno intraprese dagli avvocati di Ascom è quello di «individuare le migliori soluzioni legali per tutelare i nostri associati, sia intesi come commercianti, sia come proprietari degli immobili e sia, infine, come amministratori di condominio», spiega Tonelli.

I versanti su cui Ascom agirà sono tre: fare richiesta di risarcimento danni, costituendosi parte civile, verso chi sarà in futuro individuato responsabile delle scritte; procedere eventualmente con le querele nei confronti dei graffittari; e, passo ancora più importante, essere riconosciuta, in quanto associazione, parte offesa. Un percorso in cui sarà affiancata da altre due realtà: l’Associazione liberi amministratori condominiali (Alac) e quella dei piccoli proprietari case (Apcc).

«CREDIAMO che ci siano già elementi per un intervento anche della magistratura, oltre alle indagini già in corso da parte di polizia e polizia municipale — dice Tonelli —. Da parte nostra siamo molto determinati nel procedere contro i writers, e non escludiamo di prendere altre decisioni, nei prossimi giorni, sempre dal punto di vista legale». Dalla strada, e dai muri, la battaglia contro chi imbratta le pareti della città passa dunque a un livello diverso, ma ugualmente decisivo.

 «Speriamo che la nostra iniziativa — sottolinea Tonelli — permetta di ottenere dei veri risarcimenti e, soprattutto, spinga i graffittari a riflettere che la loro attività non è più permessa né tollerata: se capiscono di essere seguiti, e che su di loro c’è della pressione, forse è la volta buona che, come si sono cancellati da Facebook e dagli altri siti Internet, si cancellino anche dai muri della città».