BOLOGNA, 18 SETTEMBRE 2010 - LA PIOGGIA non li ha fermati. L’appuntamento era alle 9 in via Andrea Costa. E gli alpini, c’erano tutti. Sono arrivati anche da Crespellano e Casalecchio. Venti penne e venti pennelli. Loro, arruolati dal commissario Anna Maria Cancellieri, contro i graffiti nella battaglia avviata dall’Ascom e dal Carlino. Età media dai 65 ai 74, ma nell’animo giovani fino in fondo.
Volenterosi e veloci, alle 12 avevano già ripulito alcuni dei muri più colpiti. Attenti e meticolosi, al civico 114, prima di operare hanno persino ‘imballato’ una moto parcheggiata davanti al muro. Sotto gli occhi dei curiosi sono andati avanti per ore.
«Non è faticoso, in compagnia si fa — spiega Paolo Venturi, uno degli alpini —. Ma se dopo tanto lavoro, i muri tornassero come prima ci dispiacerebbe molto». La penna nera più anziana è anche la più spumeggiante: «Due spennellate uno, due l’altro — sorride dall’alto della scala Ettore Calzoni — e facciamo la città più bella».
Al comando della truppa anti graffiti, una penna bianca, il generale Vittorio Bresadola. «Partecipare a questa importante iniziativa — ha spiegato — è un modo per dimostrare oltre al senso civico, il nostro attaccamento alla città. Questi muri sono disastrati e la nostra speranza è di poter essere un esempio per tutti i cittadini».
Per Ernesto Stefanini avere il pennello in mano non sembra essere una novità: «Ho fatto per quarant’anni questo mestiere. La nostra presenza qui vuole essere un messaggio forte. A chi sporca i muri bisognerebbe tagliare le mani».
 

AL FIANCO degli alpini, soddiafatto, c’era anche il sub commissario per la sicurezza, Matteo Piantedosi: «Questa collaborazione è importante e aumenta le risorse dell’amministrazione. Ha una grande valenza educativa: la gente si ribella a questo degrado. Bisogna affiancare alla partecipazione ormai corale, un’azione repressiva e preventiva. Si tratta di un fenomeno insidioso e difficile da fermare. I ragazzi vengono a Bologna pensando che sia una piccola Amsterdam, dove tutto è possibile, dove la propria libertà si può estendere a tal punto da invadere quella altrui».
Altrettanto forti le parole di Enrico Postacchini, presidente di Ascom: «L’auspicio è che chi non ha rispetto per la città e compie atti penalmente rilevanti imbrattando i muri sia obbligato a comprendere che a Bologna le regole ci sono e vengono fatte rispettare. Abbiamo grande fiducia nelle istituzioni preposte al controllo del territorio e a loro chiediamo uno sforzo ulteriore per colpire chi sino a oggi è rimasto punito».
Sempre in casa Ascom, anche il direttore, Giancarlo Tonelli ha detto la sua: «Mentre noi proseguiamo con l’opera di pulizia, speriamo vada avanti con determinazione anche l’azione di polizia. Mi riferisco ai writers che sono stati individuati. Per quanto riguarda questa giornata e l’iniziativa Diamoci una mano è sempre più evidente la partecipazione dei cittadini, non solo residenti e commercianti, che con passione cercano di ridare bellezza alla città».
Durante l’opera di ripulitura, alla quale ha contribuito anche la Carisbo, gli alpini sono stati assistiti dai tecnici del consorzio Cires.
«Abbiamo utilizzato il sistema vortex-hidrogommage — ha illustrato Vincenzo Ritacca, direttore tecnico —. É un macchinario che può essere utilizzato sulle superfici come marmo, travertino e mattoni. Grazie alla bassa oppressione della miscela (acqua e bicarbonato di sodio o magnesio) è possibile rimuovere lo sporco sulla parete senza danneggiarla».
 

DOPO quattro ore di lavoro, la meritata pausa. Gli alpini, insieme con i partners dell’iniziativa, si sono fermati per brindare al risultato finora ottenuto. Immancabili, durante il break, i cori tradizionali. Con lo stesso entusiasmo anche oggi scenderanno in strada. Stessa via, altre rimozioni. Perché da fare, ce n’è.