Bologna, 21 settembre 2010 - Per uno gli arresti domiciliari, per altri sei l’obbligo di firma: scattano le misure restrittive per sette attivisti dei collettivi di Bologna che un anno fa parteciparono alla manifestazione di protesta contro il ministro dell’Interno Roberto Maroni.

Le misure, chieste dal pm Luca Tampieri al termine di un’indagine della Digos, sono in corso dalle prime ore di questa mattina. Il corteo che ha fatto partire le misure e’ quello del 28 settembre scorso, in cui gli attivisti dell’Onda, Tpo e Crash portarono in piazza canotti, salvagenti e materassini gonfiabili per “respingere” il ministro: una forma di protesta per dire ‘no’ ai respingimenti di extracomunitari decisi da Maroni.


Lo slogan di quella mattina, durante il corteo partito da piazza Verdi e arrivato in via Castiglione, fu “Siamo tutti clandestini”. Ci furono alcuni momenti di tensione tra Polizia e attivisti all’incrocio tra via Santo Stefano e via Cartoleria.