DOPO via Andrea Costa, via Giuseppe Massarenti. Cosa hanno in comune le due strade? Entrambe hanno il nome di un socialista. Entrambe sono prese di mira dai graffitari. Entrambe sono entrate nella lista della campagna del nostro giornale, Diamoci una mano. La prima già pulita da volontari d’eccezione, gli alpini; la seconda, prossima a ritrovare luce. Quando? Il 23 ottobre, in occasione del secondo No graffiti day. Una data speciale dedicata a chi ama la città: tutti i cittadini sono invitati a scendere in strada e pulire i muri delle proprie abitazioni. In prima linea Carlino e Ascom. Ma soprattutto loro, i volontari. Quelli che si sono offerti per rimettere a nuovo via Massarenti partendo da porta San Vitale verso la periferia.


Ieri il nostro sopralluogo. Una verifica a passo d’uomo per capire dove e quanti sono i graffiti. Dal civico 1 al 480. Un bilancio che pesa. Anche chi immaginava che il fenomeno colpisse solo il centro, ha dovuto ricredersi. Man mano che ci si allontana dalla porta, cambia la firma, ma il tag resta.
 

Uno su tutti, Arto. Il suo nome compare sia sul lato destro della strada che sul sinistro. Cambia il colore delle scritte, ma non l’ombra del degrado. Lbz, Deso, Amaro, Lime sono gli altri. La mano di Nemo ha lasciato il segno all’inizio della strada: un suo murales ‘domina’ l’edificio al civico 2. È una faccia sulla quale è impresso un ghigno. Si può vedere solo a distanza, come una sorta di ‘benvenuti nel degrado’ che saluta dall’alto chi si avvicina alla porta.
Meno ‘spettacolari’ ma onnipresenti gli altri graffitari. Per chilometri ripropongono a intermittenza i loro nomi in codice. Sui portoni, sulle pensiline dei bus, sulle serrande. All’altezza del civico 20, sul marciapiede opposto, c’è un lungo muro e le scritte abbondano. All’apparenza i portici successivi al civico 44 sembrano una ‘zona franca’. Pura fantasia. I writers hanno lasciato il segno quasi su ogni colonna: su 14, 12 sono state imbrattate. Una bestemmia, un topo disegnato, delle facce: insomma, il repertorio si commenta da sè. Stessa storia all’altezza del civico 90. Anche qui a essere presi di mira sono i portici. All’angolo con via della Cesoia troviamo: un tag, una scritta e un murales. Come dire: il degrado ha fatto bingo, in tutte le sue espressioni. Superato il Sant’Orsola, le scritte iniziano anche su quel lato della strada. Già a 15 metri di distanza dall’incrocio con via Albertoni, si vedono le prime. Le stesse che poi si ripeteranno anche nella più lontana periferia. Dal civico 29 al 33 è un continuo di tag.
 

Nessuna pietà neanche per la chiesa Sant’Antonio di Savena: nei dintorni le scritte abbondano. All’angolo con via Triachini, colpita la serranda dell’ortofrutta. Poi fino al civico 77, niente. Riappaiono al 234: un’intera facciata. Presenti anche sotto ai due cavalcavia che incontriamo. Andando avanti iniziamo a non vederne più. Ma proprio quando tutto sembrava darci ragione, al civico 428, l’ennesimo enorme graffito. L’ultimo della serie.
Una curiosità: in periferia si ripete una scritta, ‘3Kg’. Di cosa?