Bologna, 14 ottobre 2010 - Non solo via Massarenti. Sabato 23 ottobre — giornata dedicata all’iniziativa antigraffiti Diamo una mano... alla nostra città, lanciata dal Carlino — anche un tratto di via Mazzini sarà ripulito da scritte e tag che impestano i muri. Via Massarenti è stata ‘adottata’ dall’Ascom; in via Mazzini l’operazione è finanziata da Emil Banca, che ha la propria sede generale al civico 152. "È un modo concreto di tenere fede alla nostra missione statutaria, valorizzando e sostenendo il territorio di appartenenza", spiega Daniele Ravaglia, direttore generale di Emil Banca.
 

Dove e quanto pulirete?
«Puliremo prima, dopo e di fronte alla nostra sede. In tutto sarà un chilometro di strada».
 

Qual è la situazione graffiti in quell’area?
«Scritte e scarabocchi, spesso incomprensibili, su portoni, muri e saracinesche, non hanno soluzione di continuità. Peccato, perché via Mazzini è una strada bellissima, viva e multietnica, che forse più di altre mantiene i tratti tipici della Bologna di una volta».
 

Chi effettuerà il lavoro? Avrete volontari, come l’Ascom in via Massarenti?
«No, ci affidiamo ai tecnici del Cires, consorzio di imprese specializzate che ha una grossa esperienza in questo genere di attività».
 

Perché avete deciso di aderire al No graffiti day?
«Partecipare all’iniziativa promossa dal Carlino e sostenuta dal Comune e dell’Ascom è per noi naturale. È il nostro modo di concepire la relazione con il territorio, capirne le necessità, cercare le soluzioni migliori e investire nella sua crescita economica, sociale e culturale».
 

Serve il contributo di tutti.
«Sono stato molto colpito dallo spirito profondamente cooperativo di questa iniziativa e di quelle, analoghe, andate in scena prima di questa in altre vie della città. Ognuno dà il proprio contributo, per quanto può, per un obiettivo di cui, pennellata dopo pennellata, tutti i cittadini potranno beneficiare».
 

Cosa pensa di chi, per pigrizia o sfiducia, preferisce non agire?
«Non mi permetto di dare giudizi. Dico solo che vivere in una città pulita è un auspicio senz’altro condiviso dai bolognesi. È giusto quindi che ognuno faccia la propria parte, per sentirsi finalmente attori e non sempre solo spettatori di un percorso volto al bene di tutta la comunità».
 

Quando nasce il legame fra la vostra banca e il territorio?
«La nostra esperienza sul territorio bolognese è più che secolare, e si fonda sulla storia di 13 Casse rurali da cui Emil Banca ha avuto origine, a seguito di varie operazioni di fusione. Alcune di queste della pianura, altre dell’Appennino, e poi quelle storiche della città».
 

La prima data?
«Diciamo il 1895, anno in cui viene costituita la Cassa Rurale e Prestiti di Baricella, società cooperativa in nome collettivo».
 

Il passaggio più recente?
«La fusione tra Emil Banca e Credibo, l’altra banca di credito cooperativo bolognese, nel 2008. Il rapporto con il territorio è per noi importantissimo. Le banche di credito cooperativo vivono, crescono, lavorano e investono nel territorio in cui sono presenti. Ci occupiamo solo di economia reale, quella di tutti i giorni, comprensibile e vicina alla gente».