Bologna, 15 ottobre 2010 - Le imprese di altri due writer finiscono sulla scrivania degli investigatori della Digos. Un dossier su Sayes e Aent (questi i tag con cui si firmano), corredato di nomi, gallerie di foto e perfino numeri di telefono — tutto reperito su internet — è stato consegnato ieri in Questura da Daniele Corticelli, presidente del movimento civico ‘Bologna Capitale’. A settembre, Corticelli aveva segnalato alla polizia altri cinque graffitari: Broda, Duffin, Leon, Nemo e Qes. Quattro sono stati identificati, e quindi denunciati per imbrattamento.
 

Corticelli, come siete arrivati a questi altri due writer?
«Sono due ragazzi nel giro del liceo artistico e del Galvani. La ricerca è partita da segnalazioni che ci hanno fatto studenti delle due scuole».
 

Giovani anche loro, dunque.
«Giovani che non si riconoscono in certi comportamenti di loro coetanei. Che dicono basta, e squarciano un certo velo di omertà e di disinteresse. Forse il lavoro di sensibilizzazione che stiamo facendo noi di Bologna Capitale, voi del Carlino, il Comune e l’Ascom, sta portando i primi frutti positivi. Ora speriamo in un vero risveglio civico generalizzato».
 

Che segnale volete dare segnalando i writer alla Questura?
«Che certi comportamenti, a Bologna non sono più ammessi. Nemmeno dai più giovani. Che i cittadini non accettano più che la città venga lordata in questo modo. In altre parole, che non ci volteremo più dall’altra parte».
 

Chi ha fatto le ricerche su internet?
«Un gruppo di persone che collabora con noi».
 

Occorre essere capaci di violare siti ‘nascosti’, come veri e propri hacker?
«Neanche per sogno. Chiunque, con un minimo di conoscenza della rete e dei social network più diffusi può raccogliere le stesse informazioni. Molti writer espongono su internet le loro ‘opere’, tutte fotografate e ben localizzate. C’è anche spazio per i commenti».
 

Perché, allora, non si fa un’azione di monitoraggio costante?
«In aprile abbiamo raccolto oltre 400 firme, tra cui quella del commissario Anna Maria Cancellieri, su una petizione contro i graffiti. Lì chiediamo che venga costituito uno speciale Nucleo antidegrado della polizia municipale, dedicato anche a dare la caccia agli imbrattatori, su strada e on-line».
 

Basterà per fare desistere i writer?
«Non abbiamo a che fare con delinquenti incalliti, ma a ragazzini che se ne infischiano dei diritti degli altri, non educati alla convivenza civile. E io credo che la buona probabilità di essere scovati e identificati, unita alla certezza di sanzioni severe, farà desistere la maggior parte di loro».
 

Voi avete proposto un’assicurazione con Hera per ripulire i muri. Come funziona?
«Prendiamo spunto da Milano, dove la cosa funziona già. Pensiamo a un’assicurazione, volontaria, con Hera, che garantisca la pulizia dell’immobile assicurato. Fatti i conti, si tratterebbe di un premio annuo davvero modesto».
 

L’attività antidegrado di Bologna Capitale è vista con favore dall’Ascom-Confcommercio Bologna (questa la nuova denominazione dell’associazione commercianti di strada Maggiore) da tempo in prima linea contro i graffiti. «I civici di Corticelli stanno facendo un lavoro serio», commenta il direttore Giancarlo Tonelli. E se, proprio grazie alle segnalazioni di Bologna Capitale, le indagini dovessero confermare che alcuni dei writer identificati hanno imbrattato dove «noi avevamo pulito, saremo pronti a procedere per risarcimento danni». Proprio in questi giorni, precisa Tonelli, «abbiamo incaricato l’avvocato Marco D’Apote di coordinare il pool di nostri legali per poterci costituire parte civile e pretendere i danni nei confronti di chi, ledendo i nostri diritti, deturpa beni che sono stati puliti a spese di Ascom-Confcommercio Bologna».