BOLOGNA, 26 OTTOBRE 2010 - «UNA MAMMA certe cose le capisce prima». E mamma Olga aveva intuito i rischi a cui andava incontro la figlia Caterina Tugnoli, 43 anni, funzionaria dell’Arpa e mamma di due figlie di 21 e 17 anni. Da appena tre settimane la donna aveva lasciato il compagno Stefano Vistola, 40 anni, di San Severo di Foggia, assistente capo della polizia penitenziaria in servizio a Ferrara. Con lui aveva avuto una relazione durata tre anni; con lui aveva convissuto nell’appartamento al primo piano del condominio di via Cassino 10, nella prima periferia di San Giorgio di Piano.
 

E’ NELL’ATRIO del palazzo che l’uomo l’ha attesa, forse già consapevole che quello sarebbe stato il loro ultimo incontro. Quando lei, alle 8, è uscita per andare al lavoro, l’ha freddata con tre colpi di pistola al volto, come per cancellare anche il suo ricordo; poi si sarebbe disteso accanto al corpo senza vita della donna, infine si è sparato alla tempia con la Beretta 92 d’ordinanza. Entrambi avevano matrimoni falliti alle spalle: le figlie della donna vivevano con lei, l’ex moglie dell’uomo e la figlia di 11 anni abitano invece nel Fermano. Pochi giorni fa Caterina, per tutti Catia, aveva cambiato le serrature dell’appartamento, segno che non era tranquilla. «La fine di questa relazione era stata serena da parte di mia figlia ma lui era un po’ troppo insistente — dice la madre della donna —. Il cambio delle serrature lo abbiamo deciso insieme». Vistola avrebbe raggiunto il punto di rottura nella giornata di domenica.
 

«MIA FIGLIA era a pranzo da me e lui non ha fatto altro che telefonarle — ricorda Olga —. Insisteva per andare a casa di Caterina e lei ha risposto di no. Lui le ha chiesto ‘perché?’ e mia figlia gli ha risposto ‘perché non mi fido di te’. ‘Ti puoi fidare’, ha replicato. Invece questa mattina (ieri; ndr) l’ha aspettata sotto casa: questo lo fanno i vigliacchi». «Mia figlia — aggiunge la mamma — era una donna onesta, corretta e una grande lavoratrice, ma un vigliacco me l’ha portata via a 43 anni». Olga conosceva il compagno di Caterina e qualcosa in lui la preoccupava: «Una mamma certe cose forse le capisce prima ma io non mi sono mai intromessa nella sua vita privata, era una donna adulta. Il rapporto tra di noi era come tra due sorelle». Per questo, l’aveva messa in guardia ma non è bastato.
 

L’EX MARITO Gianpiero Ferrara ieri mattina si è precipitato nella casa di via Cassino, dove è rimasto per tutto il giorno con le figlie. «Era una donna piena di voglia di vivere, una lavoratrice infaticabile, ma ha incontrato un delinquente — si è sfogato — perché un uomo che arriva a fare questo è un delinquente». Le indagini sull’accaduto sono condotte dai carabinieri della compagnia di San Giovanni in Persiceto, intervenuti sul posto con i colleghi del reparto operativo di Bologna e il pm Antonello Gustapane. Nella giornata di ieri non è emerso tra gli effetti personali di Vistola alcun messaggio o biglietto che annunciasse e spiegasse l’omicidio-suicidio.
 

L’ALLARME al 112 è stato dato dai vicini, che hanno udito i quattro spari senza capire bene da dove provenissero. La presenza dei corpi nel corridoio al piano terra è stata scoperta da un anziano residente dello stabile, che stava uscendo per accompagnare un nipote all’asilo: «Ho visto la signora e l’uomo distesi a terra. La testa di lui era appoggiata su quella di lei. In un primo momento ho pensato a due persone che si stavano baciando, ma poi mi sono avvicinato e ho visto il foro sulla tempia dell’uomo e la pistola ancora nella mano. Allora ho gridato a mia moglie di non scendere e ho chiamato i soccorsi».
Entrambi erano già morti e l’intervento del 118 è stato vano. Le labbra dell’uomo erano ancora appoggiate sulla guancia della vittima: chi ha visto la terribile scena ha avuto l’impressione che l’omicida abbia voluto baciarla per l’ultima volta. Ma non era più amore, era solo morte.