Bologna, 3 novembre 2010 - Un danno erariale da 74.500 euro. E’ quello causato, in parte all’Ateneo e in parte al Comune di Bologna, dalla super-consulenza affidata da Palazzo d’Accursio a Massimo Pavarini nell’autunno del 2004.

La pensa cosi’ la Procura della Corte dei conti, in primo luogo perche’ la consulenza fu affidata senza richiedere la necessaria autorizzazione all’Alma mater (di cui Pavarini era dipendente); in secondo luogo perche’ una volta scoperto e sistemato questo ‘errore’, a Pavarini venne ri-affidata una nuova consulenza su argomenti in parte gia’ affrontati (e gia’ pagati dal Comune).

Per la Procura contabile la responsabilita’ di tutto questo ricade su Andrea Sassi, allora direttore del servizio sicurezza del Comune di Bologna: fu lui a firmare gli incarichi per Pavarini e lo fece con “grave negligenza”. L’ex dirigente e’ stato citato a processo davanti alla Corte dei conti e nell’udienza di mercoledi’ scorso il pm titolare dell’inchiesta, Pasquale Principato, ha chiesto ai giudici che Sassi sia condannato, per colpa grave, a risarcire un danno erariale da 74.500 euro, di cui 44.500 da restituire all’Alma mater e 30.000 al Comune.


Ecco come andarono i fatti: l’incarico affidato a Pavarini (professore di diritto penitenziario) partiva dal 23 novembre 2004 e doveva durare otto mesi, per un importo di 87.000 euro.
Pavarini doveva studiare la sicurezza, lavorare a stretto contatto con il personale del settore e preparare una relazione finale. A fine dicembre, dunque dopo appena cinque settimane di lavoro, Pavarini invio’ una nota spese al Comune per 44.500 euro, relativi a compiti gia’ svolti, e Palazzo d’Accursio pago’.
Quando poi, a febbraio, l’opposizione sollevo’ il caso della mancata autorizzazione da parte dell’Ateneo, Pavarini restitui’ l’importo al Comune.

Risolto questo primo ‘pasticcio’, l’amministrazione comunale ri-affido’ subito al docente una nuova consulenza per un importo di 72.500 euro: l’oggetto coincideva in tutto e per tutto con il primo incarico, fatta eccezione per una nuova voce relativa alla “formazione del personale”. Per la Procura della Corte dei conti il corrispettivo di questo secondo incarico e’ stato determinato in maniera “illogica” e pagato “indebitamente”. A fronte di un’attivita’ gia’ resa da Pavarini per circa la meta’ delle prestazioni (e in sole cinque settimane), secondo il pm Principato “la restante attivita’ doveva essere valutata di conseguenza”. E la nuova voce inserita nell’oggetto della consulenza (la “formazione”) era in realta’ “ridondante e inutile”, dato che gia’ nel primo incarico si prevedeva l’obbligo di lavorare a stretto contatto con personale sicurezza. Tant’e’ vero che, nel corso delle indagini, la difesa di Sassi non ha saputo fornire alla Procura alcuna prova circa il lavoro di “formazione” al personale.


Quanto al primo ‘danno’ erariale imputato a Sassi, invece, secondo il pm Principato tutto ruota attorno al fatto che il primo importo di 44.500 euro (percepito da Pavarini al 31 dicembre 2004) avrebbe dovuto essere restituito all’Ateneo e non al Comune, dal momento che la consulenza era stata avviata senza autorizzazione. Per gli incarichi eseguiti senza autorizzazione esiste infatti un apposito ‘fondo di produttivita’’ dell’Alma mater. E’ li’ che quell’importo sarebbe dovuto tornare, secondo Principato, che ora chiede ai giudici di condannare Sassi a restituire quei soldi all’Alma mater, visto che fu lui ad affidare l’incarico a Pavarini “senza verificare il requisito necessario” dell’autorizzazione.

In aula, la difesa di Sassi ha escluso la colpa grave, sostenendo che l’ex dirigente non fu negligente e che, non appena emerse l’irregolarita’ relativa all’autorizzazione (che spettava al docente richiedere), si attivo’ per sistemare le cose. Quanto al secondo incarico, la difesa di Sassi ha obiettato che Pavarini non andava certo in Comune a tenere delle lezioni e dunque non possono esserci oggi documenti che attestino il suo lavoro: tutto e’ confluito nella relazione conclusiva ed e’ li’ che la Procura avrebbe dovuto cercare le prove dei compiti svolti da Pavarini. Ora sulla presunta responsabilita’ di Sassi dovranno esprimersi i giudici: la sentenza arrivera’ nei prossimi mesi.